Bianca Pitzorno
Donna Tartt, IL PICCOLO AMICO
Rizzoli, 2003
pagg 681 Euro 18
L'ho comprato perché ne avevo letto
la recensione. Pensavo di tenerlo da parte per quando a avessi finito
i due o tre libri già in lettura. (Non conosco il precedente
romanzo della stessa autrice, DIO DI ILLUSIONI, ma lo leggerò
al più presto). L'ho aperto per dargli un'occhiata, ho cominciato
a leggerlo in immersione totale e in tre sole tappe -leggo a letto ogni
notte prima di addormentarmi- l'ho finito.
E' la storia di Harriet, dodici anni, né bella né dolce,
ma intelligente e amante delle risse, sola senza rimedio né speranza
nonostante viva al centro di un universo femminile che in un libro meno
amaro e disperato, dovrebbero garantirle l'ambiente migliore in cui
una bambina possa crescere. Una famiglia di sole donne nel Mississipi
degli anni Cinquanta. Il padre è andato a vivere altrove, l'unico
fratello è stato misteriosamente ucciso all'età di dodici
anni, impiccato a un albero del giardino in presenza delle due sorelline
di quattro anni e di otto mesi. La madre, in seguito a questa morte,
si è rifugiata nelle nebbie degli psicofarmaci. La sorella maggiore
Allison, che ha completamente rimosso ciò che ha visto il giorno
dell'assassinio, passa il tempo a dormire. Della casa si occupa Ida,
la domestica di colore. Dell'educazione formale e scolastica delle due
ragazzine si occupa la nonna Edith, che però non riesce ad amarle
come amava Robin e non lo nasconde. Nello stesso quartiere vivono tre
pro-zie, vedove e senza figli, sorelle di Edith, il cui unico centro
affettivo parrebbero le due pro-nipotine, ma che nella loro svagatezza
non vedono quello che accade sotto i loro occhi.
Harriet è sola, non può condividere con nessuno i suoi
pensieri, i suoi entusiasmi, le sue paure. Nemmeno col suo amico-succube
Hely, che finisce per tradirla. Unico conforto i libri. Harriet è
una fortissima lettrice e desidera, come don Chisciotte, rendere vita
la letteratura. Così l'estate dei suoi dodici anni decide di
scoprire e punire l'assassino di quel fratello che non ha nemmeno conosciuto.
Non importa se questa ricerca la porta fuori dal tranquillo quartiere
altoborghese dove vive la sua famiglia e la fa precipitare in un sordido
ambiente di poveri violenti, di drogati e di spacciatori, di predicatori
folli, di crudeltà e di squallore. Harriet, i cui eroi sono Houdinì
e il capitano Scott che scrive il suo composto diario mentre con i suoi
compagni di spedizione sta morendo assiderato al Polo Nord, non ha paura
di affrontare e usare pistole e coltelli. Si rende conto, a ogni nuovo
passo, di rischiare la vita, ma è proprio questo rischio a conservarla
viva, a strapparla al torpore della sua famiglia. Ogni suo incontro
col 'nemico' tiene il lettore col fiato sospeso. Trepidiamo per la sorte
della bambina, che intrepida affronta la violenza più efferata,
viene uccisa e resuscita, uccide e si sente morire per il senso di colpa.
E' un 'noire' che pur avendo una bambina per protagonista, non concede
niente al patetismo né alle descrizioni stereotipate ed edulcorate
dell'infanzia.