Libreria delle donne di Milano

"La Sicilia", 8 marzo 2009

A CATANIA UN PACCHETTO BELLEZZA

di Pinella Leocata

Un "pacchetto bellezza" contro il "pacchetto sicurezza" del governo,
un insieme di misure che nega l'autonomia e l'originalità del pensare
e del fare femminile. Un approccio che il movimento femminista rifiuta
assieme alla filosofia che sottende: quella di considerare le donne,
di nuovo e ancora, come soggetto di tutela, come bisognose di
protezione. Un aspetto della più ampia volontà politica di strappare
alle donne le competenze sulla vita, dalla fecondazione assistita al
testamento biologico.
Contro questo approccio, che alimentando la paura spinge le donne a
ritornare a casa, il "Movimento delle femministe e lesbiche catanesi"
si batte rivendicando la signoria delle donne nel governo della
propria vita, della città, del Paese.
"Noi donne - spiega Anna Di Salvo della Città Felice - sappiamo cosa
dire rispetto all'economia, perché siamo abituate a gestire il denaro
per vivere, non il denaro per il denaro. Sappiamo che cosa serve alla
città e come evitare gli sprechi perché partiamo dall'esperienza,
dalla vita, dai corpi, a differenza degli uomini che pensano in
astratto. Il nostro è un sapere che nasce dal paradigma e dall'etica
della cura, quella che sperimentiamo nel crescere i figli come nel
gestire un'azienda, un lavoro. Noi non vogliamo le grandi opere, ma
infrastrutture e servizi. Noi rivendichiamo la bellezza del pensiero e
della filosofia che abbiamo elaborato a partire dagli anni Settanta
nelle relazione tra donne".
Per mostrare le proprie competenze, e la lunga storia attraverso le
quali sono state acquisite, le donne del movimento ieri si sono
acquartierate in un angolo di piazza Mazzini ("l'amministrazione non
ha autorizzato l'uso di piazza Università sostenendo che vi avrebbe
tenuto un propria manifestazione che poi non c'è stata"). Qui, sotto i
portici, su tavoli coperti di drappi arcobaleno, le femministe hanno
esposto le riviste, i libri e le campagne che hanno fatto la storia
delle donne, qui hanno messo in mostra le attività di ieri e di oggi.
C'è il Wwf con il suo "obiettivo rifiuti zero" e le sue iniziative per
"un consumo critico sostenibile". Perché anche il Wwf, come le donne,
ama e rispetta le "biodiversità". Ci sono le giovani del
"Coordinamento precari della ricerca". Hanno steso un filo tra le
colonne romane e vi hanno appeso una a fianco all'altra tante foto che
le ritraggono in vari momenti di lotta. "La ricerca siamo noi", dice
il logo reinterpretato dell'ateneo, un modo per ribadire la propria
opposizione al decreto legge 180-2008 del ministero dell'Università
vorrebbe rimandarle a casa. I loro volti, sorridenti e arrabbiati,
dicono che tutte le idee camminano su gambe umane, che la ricerca non
è disincarnata, astratta, ma è fatta da persone.
Ci sono le insegnanti dei Cobas che denunciano che i tagli nella
scuola sono un attacco alle donne, perché è donna il 90% del corpo
docente, e perché la maestra unica nega una pratica di cooperazione
sviluppata negli anni, e apprezzata in tutto il mondo, per ritornare a
modelli autoritari. Ed è un attacco alle donne perché, con la maestra
unica, salta anche il tempo prolungato e questo significa che le mamme
saranno costrette ad andare a prendere i figli prima di pranzo e, per
farlo, dovranno rinunciare al proprio lavoro.
C'è l'associazione Thamaia che ricorda come la "casa rifugio ad
indirizzo segreto" per donne che hanno subito violenza e
maltrattamenti è chiusa dal dicembre 2007. Il Comune non ha fondi. Ma
di questo il "pacchetto sicurezza" non si occupa né preoccupa.
C'è l'Udi con la sua campagna "Stop al femminicio" che, partita da
Niscemi, è in corso in tutta italia. E c'è l'associazione Rita Atria
contro le mafie (www.ritaatria.it) che ricorda la tragica vicenda
della ragazza che si è rifiutata alle pratiche sanguinarie della
propria famiglia pagando questa scelta con la morte, e quella della
cognata Piera Aiello, oggi presidente dell'associazione sebbene questo
nome, il suo nome, per la legge, non esiste più, sostituito da un
altro per proteggerne l'identità.
In piazza Mazzini, in questo freddo anticipo dell'8 marzo, ragazze,
adulte e anziane ballano insieme, diverse, ma unite in un cammino
comune.