Libreria delle donne di Milano

l'Unità - 13 dicembre 2001

Voce alle madri. O tutto sarà morte
Nurit Peled-Elhanan

A Gerusalemme, speranza e umanità stanno morendo. Israele sta diventando un cimitero di bambini e il cimitero cresce di minuto in minuto, come un regno sotterraneo che cresce sotto i nostri piedi e trasforma in un deserto tutto quanto ci circonda. E' il regno dove abita la mia figlioletta, insieme al suo assassino palestinese, il cui sangue è frammisto a quello di lei sulle pietre di Gerusalemme divenute indifferenti al sangue. Lì giacciono con innumerevoli altri bambini, tutti ingannati. L'assassino della mia figlioletta è ingannato perché il suo gesto omicida e il suo suicidio non hanno cambiato alcunchè, non hanno posto fine alla crudele occupazione di Israele, non lo hanno fatto andare in paradiso e quanti gli avevano promesso che il suo gesto avrebbe avuto un significato vanno avanti come se lui non fosse mai esistito.
La mia bambina è ingannata perché credeva, al pari di migliaia di suoi fratelli e sorelle, che la sua vita era al sicuro, che i suoi genitori la proteggevano dal male e che nulla poteva accadere alle bambine buone e gentili che percorrono le strade delle loro città per andare a lezione di ballo.
E sono tutte ingannate perché il mondo continua a vivere come se il loro sangue non fosse mai stato sparso.
Ha scritto una volta il poeta Dylan Thomas "And Death shall have no dominion". A Gerusalemme, il posto da cui vengo, alla morte è stato assegnato il dominio. E coloro che lo hanno fatto sono uomini che si definiscono leader. Non di meno sembra che questi uomini possano vivere in pace proprio quando di pace c'è bisogno. Venerdì 1° dicembre l'articolo principale del quotidiano locale della sanguinante Gerusalemme, informava che Gerico era tranquilla da due mesi: nessun soldato israeliano, nessun poliziotto palestinese, nessuna sparatoria. E questo non perché gli americani fossero riusciti a convincere Sharon a smetterla di mandare diciottenni israeliani ad uccidere palestinesi innocenti e non perché fossero riusciti a convincere i palestinesi a smetterla di uccidersi insieme alle innocenti vittime israeliane. No. Gerico è tanquilla perché i leader israeliani e palestinesi hanno deciso di riaprire il casinò da cui tutti traggono profitti unitamente ad alcuni uomini d'affari austriaci e tedeschi. Leggendo l'articolo il mio primo pensiero è stato: mia figlia valeva meno di una fiche sul tavolo della roulette. Quasi 200 bambini uccisi nell'Antifada in corso, nel massacro in corso, valgono meno delle fiches di una casa da gioco. Ma in un certo qual senso non sono rimasta sorpresa in quanto ho sempre saputo che la guerra nella nostra regione non è tra il popolo israeliano e il popolo palestinese, ma tra questi uomini distruttori di vite che si definiscono leader e le persone che, su entrambi i fronti, perdono i figli nella mortale roulette di questi politici. I politici e i loro generali che hanno trasformato la nostra regione e stanno trasformando il mondo intero in un deserto coperto di piccole ossa.
Questi astuti politici usano Dio e il bene della nazione, libertà e democrazia, per indurci a fornire carne e sangue, che è quello di cui hanno bisogno per il loro gioco mortale. Usano il nostro dolore come strumento politico e i nostri figli come fiches della loro lotteria: hai ucciso dieci dei miei, io ne uccido 300 dei tuoi e i conti sono sistemati sino alla prossima volta.
Non è una novità nella storia dell'uomo. I leader hanno sempre usato Dio e qualsivoglia altro valore sacro, come l'onore e il coraggio, come pretesti per le loro ambizioni megalomani. E durante tutto il corso della storia la sola voce che ha cercato di smascherarli è stata la voce delle madri. La voce delle levatrici ebraiche e che non obbedirono al Faraone che aveva ordinato di uccidere i bambini, la voce della nostra madre biblica, Rachele, che piangeva i suoi figli e si rifiutava di farsi consolare. Le voci delle donne di Troia, delle madri in Argentina, delle madri in Irlanda e delle madri in Israele e in Palestina. E' la voce di coloro che danno la vita e si impegnano per proteggerla.
Molte volte mi è stato chiesto se sento il bisogno di vendicare l'assassinio della mia figlioletta, uccisa solo perché era nata israeliana da un giovane che si sentiva disperato al punto di uccidere e darsi la morte solo perché era nato palestinese. E per tutta risposta cito sempre i versi del grande poeta ebraico bialik: "Satana non ha ancora creato una vendetta per il sangue di un bambino". E questo non perché a Satana manchino i mezzi, ve lo garantisco, ma solo perché dopo la morte di un bambino non c'è vendetta in quanto non c'è più morte né più vita. Dopo la morte di un bambino il solo sentimento che resta, il solo desiderio, il solo bisogno che rimarrà per sempre insoddisfatto è il bisogno di proteggere il bambino. Le madri che, come è accaduto a me, hanno perso i figli vi diranno che le loro braccia dolgono continuamente per il bisogno di abbracciare il figlio e proteggerlo dal male. Nessuna vera madre penserà mai di consolarsi con l'uccisione di un altro bambino. Quando Luisa mi ha informato del premio Sakharov, ho avuto la sensazione di non meritarlo perché non ho mai salvato la vita di un bambino, nemmeno quella della mia. Poi ho pensato che il premio non veniva dato a me, ma a questa voce, che mi veniva dato dalla Morte, la voce della madre privata del figlio, che trascende la nazionalità e le religioni e persino il tempo e che politici e generali hanno tentato di opprimere e soffocare da quando esistono gli uomini e le guerre. Questa è la sola voce che resta dopo la violenza, la sola che comprende veramente il significato della fine di tutte le cose.
Le madri sanno che la morte di un bambino - di qualunque bambino, sia esso serbo o albanese o irakeno o afgano o palestinese o ebreo - è la morte del mondo intero, del suo passato e del suo futuro.
Se non vogliamo che tutto il mondo divenga il regno della morte, dobbiamo alzare le voci delle madri fin tanto che non facciano ammutolire tutte le altre voci. Dobbiamo sentire una volta ancora il Dio che disse "che la tua mano non tocchi il fanciullo". Se il mondo non adotterà la voce delle madri ben presto non rimarrà alcunchè da dire, alcunchè da ascoltare se non l'eterno lamento del lutto. Vi prego, aiutate le madri ad avere il sopravvento e a salvare i figli.