|
Progetto
Ec.co.mi. - Economia di condivisione e Microcredito
Libera Università dell'Economia Sociale
Rete delle Città Vicine - Realtà venete e di altre parti
d'Italia
Libera Università dell'Incontro
Libera Università del Bene Comune
Vi
invitiamo a partecipare alle giornate di studio e di riflessione:
LA
VITA ALLA RADICE DELL'ECONOMIA
Verona 11 e 12 Maggio 2007
Presso Sala Convegni Banca Popolare di Verona - Via S. Cosimo 10 (angolo
Via Zambelli 13)
Venerdì
11: ore 15.30 - 19.00
Economia come governo della casa
Introducono i lavori Maria Teresa Giacomazzi - Mag Verona
Anna Di Salvo - Rete Città Vicine
Discussione aperta con apporti di
Ina Praetorius - teologa svizzera
Bruno Amoroso - Università del Bene Comune
Traduce Elisabeth Jankoswski - Università di Verona
Sabato 12: ore 9.30 - 16.00, con Buffet (ore 13)
Economia e senso della vita nelle diverse pratiche
Coordina i lavori Letizia Bianchi - Libera Università dell' Incontro
Discussione
aperta con apporti di
Babacar M'bow - Senegal, ispiratore progetto Villaggio Artigianale di
N'Dem
Luisa Muraro - Italia, filosofa, Libreria delle Donne di Milano
Maria Nowak - Francia, economista e fautrice del Microcredito in Europa
Traduce Serena Sartori - Libera Università dell' Incontro
Coordina
il percorso Loredana Aldegheri - Mag Verona
E'
prevista la partecipazione di realtà collegate a Mag Verona e Mag
Venezia; a "Libera"; di Domus Amigas del Centro di Sperimentazione
di Autosviluppo del Sulcis Iglesiante; dell'Associazione Ospitalità
Baldo Garda; della Libreria delle Donne di Bologna; della Coop. Sociale
Lune Nuove; della Coop. Incontro. Parteciperanno inoltre persone impegnate
per un abitare solidale e per un reddito di esistenza, Annalisa Marinelli
.altri/e.
Per info MAG: Giulia Pravato - Tel. 045 8100279 - Fax 045 575213 - E-mail
info@magverona.it - www.magverona.it
La
maggior parte di noi non è esperta di "scienza economica",
ma è il pensiero dell'esperienza della nostra vita - di donne e
uomini sulla terra in questo presente - che ci autorizza a discutere di
economia. Vogliamo riportarne il senso all'origine. La radice del termine
ci rimanda all'oikos, alla casa, che ruota intorno alla presenza delle
donne, dove la madre sa dare risposte appropriate alle necessità
differenti. La madre sa trarre il molto dal poco e condirlo di bellezza.
Mettere la
vita alla radice dell'economia - e non al servizio di una ricerca affannosa
di denaro - significa mettere al centro i bisogni materiali e spirituali
delle persone anche quando esse agiscono economicamente.
Nel tempo della globalizzazione, ci piace pensare il mondo come un luogo
in cui ci si senta di "essere a casa" così che ciascuno,
ciascuna senta la necessità di avere cura del mondo, così
come della casa comune,.
Non è
la ricchezza in sé che ci interessa, e neppure la povertà
ci preoccupa; quel che ci fa problema è l'escalation dei consumi
di una parte del mondo, in cui si sperperano le risorse e i frutti del
lavoro.
Sentiamo il bisogno di combattere la miseria che invade le nostre vite,
quando queste sono dominate dall'ossessione del denaro e dei suoi significati,
compresa la sua assenza paralizzante, che condanna all'inattività
tante persone del Sud del mondo e tanti e tante, soprattutto giovani,
anche nelle nostre società ricche.
Troviamo
lontana la rappresentazione del mondo che gli economisti ci propongono,
dove tutto ha un prezzo, dove appare reale solo ciò che è
riducibile a merce. Dove l'uscita dalla povertà è auspicata
attraverso l'entrata di tutti nel grande mercato della libera concorrenza.
Dove i beni comuni come l'istruzione, la salute, il territorio vengono
smantellati e messi in vendita. Anche la città, spazio significativo
delle relazioni umane e della convivenza, sta subendo un duro attacco
alla propria dimensione di luogo in cui s'intrecciano culture diverse:
governata da logiche di profitto, la città viene stravolta da interventi
e misure che ne frantumano la memoria e la bellezza.
Pensiamo all'economia come processo che può favorire quel senso
buono della vita che sentiamo fluire quando le relazioni, la possibilità
di agire e il riconoscimento del lavoro fatto si trovano a stare insieme.
Anche il denaro ci interessa, ci serve, ma non è al centro.
Dalle contraddizioni
che affrontiamo nella quotidianità del lavoro, nei luoghi in cui
abitiamo e operiamo, ci vengono domande e questioni che vogliamo proporre
alla discussione:
Come ripensare
le categorie economiche in un modo che corrisponda al senso delle nostre
vite?
Come valorizzare le buone esperienze e le lotte che stanno nascendo, facendone
leva per il cambiamento?
Come far tesoro di esperienze di altre culture, per quel che possono dirci
sull'economia?
Come tenere assieme la valorizzazione dell'impresa sociale, che - ora
- è soprattutto femminile, e i beni comuni che vogliamo rimangano
pubblici, come funzioni della società?
Come la cura e la relazione possono essere fonte di una riprogettazione
delle nostre città?
Come uscire in modo creativo dallo stato di sofferenza in cui si trovano
molte imprese sociali, quando vogliono rimanere fedeli alla loro origine
e far bene il proprio lavoro?
Invitiamo
a parlare donne e uomini, anche del Sud del mondo, che hanno riflettuto
su nuove pratiche economiche o che ne hanno inventate e sperimentate alcune.
Non pensiamo
di proporre modelli alternativi generali o che ci siano pratiche riproducibili
ovunque; cerchiamo assieme un allargamento di orizzonte, una forma di
scambio che ci renda capaci di una contrattazione politica più
radicale e più creativa.
|