Libreria delle donne di Milano

La lettera di Isia

Isia mi ha scritto una lettera per chiedere aiuto.
Chi è Isia? Il suo nome è polacco, Isia Osuchowska, ma lei conosce bene l'Italia e l'italiano. Adesso è una monaca buddista, e si dedica all'arte sacra; quando l'ho conosciuta, dieci anni fa, lavorava a Milano, nella grafica di un quotidiano ed era disegnatrice. Le vecchie lettrici e lettori della rivista "Via Dogana" la conoscono bene, perché lei ha collaborato con i suoi disegni alla preparazione di almeno tredici numeri della rivista. Veniva alle riunioni e si ispirava liberamente ai nostri discorsi. Ha cominciato con il n. 8, Il comunismo di cui noi possiamo fare a meno, con figure di un umorismo favoloso, cito solo il bambino che scappa con un martello e la mamma che lo rincorre impugnando una falce. Sua è la copertina del n. 14/15, Meno Stato meno mercato: un angelo in groppa a un diavolo, cui faranno seguito altre copertine, fra le quali quella del numero su La fine del patriarcato (23): tre colombe che si allontanano in volo da Padre e Figlio immusoniti su un trono di nuvole. Fra i disegni "minori", trovo squisito il logo per la rubrica "Libri dagli occhi grandi".
Nell'agosto del 1995 Isia partecipò alla quarta conferenza mondiale delle donne buddiste (all'epoca era già buddista, non ancora monaca), in India, a 3500 metri di altitudine, e fece un diario di disegni e parole, che "Via Dogana" ha pubblicato fra i suoi Quaderni. S'intitola Oriente, con un'introduzione di Natalia Aspesi, che termina così: "Coi suoi disegni Isia mi ha fatto capire di più che se avessi letto pagine e pagine, la condivisione di una cultura per me difficile e distante, un paesaggio che nella realtà non vedrò probabilmente mai, quell'instancabile capacità delle donne di stare insieme e darsi una mano a cercare: non so cosa, ma qualcosa che cerchiamo tutte".
L'altro giorno è arrivata la lettera di Isia, che comincia con parole affettuose, mi dà sue notizie e poi mi chiede l'aiuto. Io non posso darglielo per ragioni che preferisco non dire. Ho chiesto alle donne che curano il sito se possono ospitare la domanda di questa donna verso la quale la Libreria delle donne di Milano ha un debito di riconoscenza: mi hanno detto di sì. Chi pensa di poter aiutare Isia, le scriva a questo indirizzo: oisia@hotmail.com
(L. M.)

Cara Luisa (...).
Altro punto, come puoi immagnare ho tenuto fede al mio impegno di amorevole cura verso le donne, che in Asia possono essere salvate SOLO atraverso lo studio.
Nella mia Art School in Nepal ho fatto attivamente l'azione di promozione delle donne. Ho "trovato e messo" dentro quattro ragazze. Naturalmente ho cercato-trovato i soldi per le borse di studio per loro.
Mi domando:
sarebbe folle provare se tra Libreria stessa, il Circolo o le socie si trovasse qualcuna che dia una borsa di studio limitata a 5 anni scolastici?
C'e una nuova ragazza Tibetana alla quale Margherita e Claudia da Torino hanno offerto già il primo anno.
Si chiede in totale 400 Euro all'anno per la scuola, vitto, alloggio. La donatrice riceverà la prima thangka dipinta dalla ragazza.
Lei, la tibetana, è una giovane monaca Buddhista destinata a fondare un atelier nel suo monastero di provenienza. Quindi sarà di beneficio a una comunità importante. E' stato molto dificile trovarla perché non è uso far dipingere le donne in Asia...
Se c'è qualche possibilità di parlare di uno sponsor da parte Vostra, io posso dare la documentazione che riguarda l'Art School e la studentessa.
(...)
Isia
oisia@hotmail.com