31 Ottobre 2014

SOVRANE L’autorità femminile al governo

Resoconto dell’incontro a Catanzaro organizzato da Franca Fortunato con le amministratrici e A. Buttarelli (inviato da Katia Ricci)

di Katia Ricci

 

A Catanzaro il 25 ottobre nella Sala Giunta del Palazzo della Provincia, Franca Fortunato del Gruppo Donne della differenza con Lina Scalzo e Serena Procopio hanno organizzato un incontro con le amministratrici Annamaria Cardamone, sindaca di Decollatura, Carolina Girasole, consigliera ed ex sindaca di Isola Capo Rizzuto, Wanda Ferro, già commissaria della Provincia, Maria Carmela Lanzetta, ministra degli affari regionali e Elisabetta Tripodi, sindaca di Rosarno (queste ultime sono poi state trattenute da improvvisi impegni istituzionali) per discutere dell’autorità femminile al governo insieme con Annarosa Buttarelli, autrice di Sovrane.

Erano presenti Anna Di Salvo e Katia Ricci della Rete delle Città Vicine, Luana Zanella, già parlamentare e dei Verdi e Vito Teti, antropologo dell’Università di Cosenza. È stata presentata per l’occasione la mostra Lampedusa porta della vita, realizzata a Lampedusa da Rossella Sferlazzo, Anna Di Salvo e Katia Ricci.

È questo il secondo incontro a Catanzaro, dopo quello del 31 gennaio scorso, in cui Franca Fortunato rende possibile il confronto tra amministratrici di varia provenienza partitica, ma accomunate dalla stessa passione politica e dalle buone pratiche. Poi il 29 e 30 marzo a Roma alla Casa Internazionale delle donne, si è svolto il Convegno nazionale annuale delle Città Vicine, Un passo avanti d’autorità, organizzato insieme all’associazione “Autorità femminile nella politica” e alla Mag Servizi di Verona, che a breve ne pubblicherà gli atti sulla sua rivista “AP Autogestione e Politica Prima”.

Nel corso dell’incontro le amministratrici hanno reso evidente come sia possibile sottrarsi al paradigma maschile del potere, spostandosi nel luogo della libertà, grazie alle loro pratiche di relazione, alla consapevolezza di agire in modo differente con l’autorità femminile che si esplica nella propria comunità, manifestando attenzione verso l’altro.

La lettura del libro Sovrane, come dichiarato da Anna Maria Cardamone, ha fornito l’assetto teorico del loro agire e mostrato altre esperienze in Italia, quale quella della sindaca di Ostiglia e delle operaie dell’OMSA. Esperienze improntate all’autorità femminile, che si svincola dalle regole e dalle leggi del potere per un progetto più grande con l’ambizione di modificare radicalmente la realtà. La stessa autorità e grandezza femminile riconosciuta da Anna Di Salvo alle donne combattenti di Kobane, alcune delle quali ospitate recentemente a Catania, che difendono il loro territorio anche con le armi e non per senso di parità o perché si identifichino con gli uomini, ma per affermare la propria libertà di donne, cosa questa che fa particolarmente paura agli uomini dell’ISIS.

Un nuovo e profondo senso della giustizia che per le donne è “un fare giustizia” è stato richiamato da Annarosa Buttarelli, che nel suo intervento ha ricordato l’insegnamento di Maria di Nazareth, espresso nel Magnificat e ripreso da Gesù nel Discorso della Montagna, in cui c’è il rovesciamento dei canoni sociali legati alla ricchezza, al dominio e al potere, per una società di giusti e di liberi. Questo rinnovamento non può avvenire senza un nuovo patto tra donne e uomini, oggi possibile, riprendendo una modalità in uso millenni fa quando le società erano orientate dall’autorità femminile, come ci hanno fatto scoprire Marija Gimbutas, Riane Eisler, Heide Goettner-Abendroth e come ancora avviene nella società Moso. L’incontro ha registrato momenti di commozione con l’appassionata difesa di Carolina Girasole, sotto processo per favoreggiamento della mafia, a cui Franca Fortunato e le altre amministratrici hanno rinnovato pubblicamente la loro fiducia, certe che sia stata infangata proprio per la sua coraggiosa battaglia contro gli interessi della ’ndrangheta, spostando i dipendenti da comode situazioni, facendo dei servizi sociali un uso giusto, non garantendo favori a potenti e affidando a una cooperativa di Libera terreni confiscati ai mafiosi.

Coraggio, amore, passione, desiderio, libertà, giustizia, cura sono le parole risuonate negli interventi delle varie sindache e nelle canzoni della cantastorie Francesca Prestia, quelle che hanno spinto le donne a voler amministrare i loro paesi. Per questo rifiutano l’etichetta massmediatica di “sindache contro la ’ndrangheta”, come Franca Fortunato ha più volte scritto nei suoi articoli, perché è se mai la ’ndrangheta ad essere contro di loro. Parole che testimoniano e rendono sempre più vero quello che ha affermato Anna Rosa Buttarelli: «La rivoluzione delle donne è irreversibile ed è questo il tempo debito» per fare «di Sovrane un movimento, che può diventare luogo di energia che mette insieme amministratrici di tutta Italia, che grazie a una rete solida sposta gli equilibri di potere in alleanza con tutte le donne che lo sostengono».

 

Print Friendly, PDF & Email