1 Dicembre 2009

Cronaca scolastica multiculturale

Gemma De Magistris

Tra i miei libri da 3 settimane c’è “Una terrazza proibita” di Fatema Mernissi. Me lo ha prestato una mia studentessa egiziana, Koloud.
Ci teneva a farmelo leggere, voleva che ne parlassimo. Ma il libro non posso restituirlo perchè K è partita e non può tornare.
Padre poco interessato, madre colta, e con grosso rifiuto per ogni abitudine occidentale. 2 sorelline.
K frequenta la scuola di Via Quaranta, indossa il velo, ubbidisce. Poi cresce, comincia a desiderare di scegliere. Arrivano forti tensioni e qualche livido. Chiede aiuto all’istituzione scolastica. Sceglie l’istituto, quindi l’allontanamento dalla famiglia, da madre e sorelline.
Trova sostegno ma è persa, disorientata. Mi chiede aiuto in questo modo: “Quando mi guardo nello specchio non mi vedo, non ci sono. È normale? Mi spieghi prof., ho paura”.
Per me è difficile. Sono stata scelta ma non ho le competenze tecniche, cerco di farle spazio. Ascolto, osservo, abbraccio perché anche di questo ora c’è bisogno e nel frattempo parliamo di Diotima e di amore.
Nuovo anno scolastico: K decide di rientrare a casa, senza velo e cercando di mediare. Mi incalza: il “nostro” laboratorio lo facciamo partire? Poi deve andare ad Alessandria d’Egitto: la nonna sta molto male, ufficialmente in fin di vita. Mi lascia le riflessioni, il suo libro, gli spunti degli incontri pomeridiani. “Torno tra pochi giorni, subito dopo Natale compio 18 anni e…”
Ma K per ora non può tornare, la nonna sta benissimo e alla ragazza è stato ritirato il passaporto appena atterrata in Egitto. Altro non si riesce a sapere. La classe si mobilita: MSN, facebook, in questo caso va tutto bene perché vogliamo sapere cosa sta succedendo.
Ogni ipotesi è plausibile. Siamo molto tristi nel laboratorio, in classe, tra colleghe. Il libro è sul mio comodino, le sue parole nel vostro sito, le assenze sul registro.
Non riesco a togliermi dalla testa lo specchio vuoto e il tradimento di cui aveva detto. Mi torna così strano parlare di scelta nella mia lezione. Non sono attrezzata.
Ecco, cara Clara, dove l’inadeguatezza e lo smarrimento fanno ostacolo.

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