1 Febbraio 2002

Il conflitto Israelo-Palestinese

Ordine del giorno del Collegio Infermieri di Mestre, che è anche una proposta alla città e che vuole arrivare lontano.
Un invito a ricostruire la pace partendo da ciò che ciascuno di noi può costruire, consapevoli che la pace si sperimenta prima ancora di descriverla con parole o sancirla con i trattati.
La nostra professione parte dalle esperienze corporee che ben conosciamo e che ci insegnano ogni giorno l’umana comprensione del dolore, una base fondamentale anche per l’incontro delle idee e di una sana socialità.
Leda Cossu

Le infermiere ed infermieri riuniti a Venezia-Mestre in assemblea annuale il 9 aprile 2002, addolorati per il grave conflitto israelo-palestinese, le cui caratteristiche si stanno inasprendo in luoghi cari a tutta la comunità ed hanno offeso ogni diritto umano.

 

Auspicano che ogni Paese, attraverso l’ONU, operi per riportare il clima internazionale al dialogo di tutte le parti in causa e agli accordi per la soluzione del conflitto.

 

Ritengono, accanto alle iniziative istituzionali del territorio (comuni, associazioni, singoli cittadini..) di esprimere solidarietà agli operatori dei servizi sia palestinesi che israeliani, nonchè internazionali che operano in zona di guerra (presidi di cura, informazione, iniziative diplomatiche ecc.)

 

PROPONGONO IL MOLTIPLICARSI DI INIZIATIVE IN CUI SI REALIZZI L’ESPERIENZA DELLO STAR BENE INSIEME FRA RESIDENTI, palestinesi e veneziani ebrei e non

 

1 – nella vita cittadina di una comunità dialogante, con un tono leggero, NEI LUOGHI DELLA COMUNITA’ stessa, prendendo accordi prima di ogni iniziativa, evitando invasioni di luoghi nei quali le comunità di identificano

 

2 – durante le quali si eviti ogni richiamo alla guerra, al diritto (per non evocare ferite), ma SI REALIZZINO SEMPLICI INCONTRI in un clima di NORMALE QUOTIDIANITA’ quale si sperimenta nelle relazioni fra vicine e vicini di casa con “UN CAFFE’ O UNA CIOCCOLATA IN CAMPO” a Venezia, partendo dall’iniziativa che si vuole realizzare, piuttosto che dal motivo del contendere.

 

3 – i cui soggetti protagonisti siano mamme, nonne, maestre, zii, bimbi, chiedendo a ciascuno di portare un gioco, una filastrocca, una canzone, una poesia, un girotondo che esprimano (se possibile) LA DIFFERENTE RICCHEZZA CULTURALE, partendo dal proprio ruolo (mamma, professione, ecc)

 

ricordano come ogni città e paese, sia luogo di VITA ed INCONTRO e che gli scambi fra persone esprimono non solo la sfera del pensare e delle emozioni, ma dell’intera corporeità capace, se espressa, di riavviare impulsi di benessere alla persona nella sua globalità. Tale benessere psico-fisico, chiamato anche salute, può aiutare, se aiutato ad esprimersi, a sanare i rapporti sociali attraverso esperienze individuali (e non solo idee) e dare un impulso benefico alla pace nei luoghi della quotidianità.

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