3 Maggio 2009

La pratica della storia vivente

di Comunità di storia vivente

Premessa essenziale

Nel 2005, anteponendo la pratica alla teoria (secondo il mio consolidato modo di procedere), senza pensarci più che tanto, ho pubblicamente esposto il grumo oscuro nascosto dentro di me (Marirì Martinengo, La voce del silenzio. Memoria e storia di Maria Massone donna “sottratta”, ECIG, Genova 2005).

Milagros Rivera Garretas, in grazia della relazione che ci unisce, ne ha distillato la teoria: un frammento di simbolico (redenzione e riscatto in luogo di contrapposizione violenta) e un modo innovativo di “fare storia”.

A partire dalla mia affermazione “C’è una storia vivente annidata in ciascuna/o di noi”, contenuta nel libro citato (p. 21) ho proposto alle componenti della Comunità di chiamare la nostra nascente pratica storia vivente (l’indagine interiore come motore di un modo di scrivere la storia da parte di donne, lo svelamento del soggetto che fa la storia, lo stesso soggetto come documento principale cui attingere).

Da qui (fine 2006) si è verificata una svolta nel nostro lavoro di gruppo.

 

Già dal 1988 come Comunità di pratica e riflessione pedagogica e di ricerca storica avevamo fatto insieme un lavoro politico di storia, fondato su relazioni di affidamento e di disparità (vedi ad esempio il libro Libere di esistere, SEI, Torino, 1996 e il successivo ipertesto http://www.donneconoscenzastorica.it/testi/libere/apertura.htm; il convegno alla Casa della Cultura di Milano nel settembre 2001 Cambia il mondo cambia la storia. La differenza sessuale nella ricerca storica e nell’insegnamento, Atti a cura di Marina Santini, supplemento al N° 60/2002 di Via Dogana).

Con l’invenzione della pratica della storia vivente ci siamo incontrate periodicamente per arrivare alla scrittura femminile della storia che ha approfondito la relazione tra di noi, grazie alla narrazione di episodi che fanno ingombro dentro ciascuna di noi. In questi anni, durante i nostri incontri, ciascuna di noi ha cercato di scandagliare la propria interiorità, estraendo ed esponendo cose che non aveva mai detto forse nemmeno a se stessa, nodi irrisolti della propria storia. Abbiamo parlato, ci siamo ascoltate, non abbiamo scritto….

Operiamo in mediazione vivente ossia siano in presenza fisica, corporea dell’altra, corpi viventi che si parlano e si modificano dallo stare in presenza reciproca (parafrasato da Luisa Muraro, Al mercato della felicità, Mondadori, Milano 2009, p. 38). La modificazione avvenuta in alcune di noi ha effetti visibili: lo svelamento di quello che si nasconde in noi ci rende già oggi più libere e più capaci di aderire al vero. Anche la nostra parola pubblica diventa più forte.

Abbiamo adottato un tempo dilatato, fluido in modo tale che ciascuna abbia agio di scendere nella propria interiorità, di risalirne e di riannodare l’antico al presente mettendo tutto in parola, con un via vai che prefigura quello che pensiamo possa essere il tempo della storia.

Ci diamo il tempo largo del racconto e dell’ascolto. Il racconto è inizialmente della singola, esso però diventa a più voci, nel momento in cui l’una o l’altra, sentendolo risuonare dentro di sé, in analogia o per contrasto, lo colleghi al proprio vissuto del passato e/o del presente.

Alcuni racconti che riteniamo significativi sia per la singola che li ha espressi sia per le altre, vengono ripresi negli incontri successivi, rielaborati e analizzati da angolature diverse, spogliati del superfluo, raffinati e portati ad un livello tale da renderli validi per tutte e tutti.

Abbiamo anche promosso alcuni incontri al Circolo della rosa – Libreria delle donne di Milano in cui, a partire dal problema della scrittura della storia, abbiamo dialogato con alcune storiche e parlato pubblicamente della pratica della storia vivente.

Alla fine del 2008 Laura ci ha indicato l’articolo di Federica Dragoni María Zambrano: la donna e la Storia (DWF Femminismi d’Europa, 2008, 2) che ci ha fornito elementi di teoria zambraniana che appoggiano il cammino intrapreso.

Il progetto redazionale, che ha reso possibile tracciare la storia degli ultimi due anni della nostra Comunità – storia delineata attraverso la raccolta e la selezione dei testi che seguono – è stato ideato e realizzato da Marina Santini e da Luciana Tavernini.


Comunità di storia vivente

Marirì Martinengo, Laura Minguzzi, Marina Santini, Luciana Tavernini

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