La tua obiezione Danilo è molto importante e
Pratiche di storia vivente
Abbiamo conosciuto Romilda Saggini
Abbiamo conosciuto Romilda Saggini, storica savonese specializzata in Paleografia
Se in libreria salta il tappo. ..le storie delle donne alla prova della storia vivente.
di Gabriella Freccero
Ci sembrava opportuno presentare la pratica della storia vivente a Savona, poiché siamo in relazione fin dagli inizi con Marirì Martinengo che ne è l’inventrice, e perché Giovanna che fa parte delle Eredi è anche componente della Comunità di Storia Vivente di Milano.
Tra storia e fiction. Il racconto della realtà nel mondo contemporaneo. Et al./edizioni, 2012 (Incontro al Circolo della rosa, 9 novembre 2013)
Incontro con Monica Martinat – Circolo della rosa, 9 novembre 2013 a cura della Comunità di storia vivente (Martinengo, Minguzzi, Santini, Tavernini).
Una domanda intorno alla storia vivente
di Liliana Rampello
Ho letto con molto interesse il numero della rivista DWF (n.3, 2012) dedicato alla pratica della storia vivente a cura della Comunità di Storia Vivente di Milano, formata da donne che conosco personalmente e il cui valore mi è quindi ben presente.
Presentazione e discussione del numero 3 (2012) di DWF
Questa sera festeggiamo l’uscita della rivista DWF dedicata alla Storia vivente. Attorno a questo tavolo, Marirì Martinengo, Laura Minguzzi, Luciana Tavernini ed io -Marina Santini- racconteremo il nostro percorso e apriremo alla discussione sui nodi della Storia vivente.
epifania della STORIA VIVENTE
La memoria che siamo, la storia che scriviamo
Pesaro, 1 maggio 2013
di Anna Paola Moretti
L’ultimo numero della rivista DWF (n.3/2012) presenta gli scritti della Comunità di Storia Vivente: Marirì Martinengo, Laura Minguzzi, Marina Santini, Luciana Tavernini, raccontano della nuova modalità di scrivere storia che stanno sperimentando e i primi risultati. Un impegno di ricerca esercitato con passione in un percorso di più di vent’anni, che in anni recenti ha trovato un punto di svolta, portando a un “cambiamento radicale di orizzonte simbolico e di metodo”.
Quando la storia ha strade impreviste.
di Serena Fuart
“Credo che partire proprio da quelle situazioni che in noi hanno suscitato sentimenti negativi, o perlomeno contraddittori, sia un buon inizio perché essi costituiscono un sintomo, una spia che le interpretazioni dominanti, quelle del sistema patriarcale e capitalistico, non riescono a dire, qualcosa che la nostra esperienza viva ci fa sentire e che tuttavia non ha ancora parole. È un lavoro di scavo possibile ma difficile da fare tutto da sole e la costituzione di una comunità di ricerca aiuta a continui aggiustamenti per avvicinarci sempre di più a una verità che non è solo interiore ma offerta a tutte e tutti.” Così scrive Luciana Tavernini, una delle autrici del numero di DWF – La pratica della storia vivente.