30 Luglio 2005
il Foglio

Culla o bottega

A.B.

Roma. Mamme italiane di trent’anni. Sono state loro a dare una piccola scossa alla natalità (ed era un po’ che i demografi discutevano di un quasi impercettibile picco), con un calcetto alla lowest low fertilità d’Italia, la bassissima fecondità, e già però i tecnici la chiamano così: maternità di recupero. >

21 Giugno 2005
CORRIERE DELLA SERA

Se il figlio è una colpa

Isabella Bossi Fedrigotti

Le milanesi lo andavano dicendo da un pezzo, senza peraltro ricevere molto credito: sul lavoro siamo discriminate, avere un figlio è visto male nelle aziende e lo è, quasi altrettanto, essere in età di averlo. >

20 Giugno 2005
CORRIERE DELLA SERA

Le aziende: donne al Lavoro? Troppo impegnate con i figli

Querzé Rita

Donne discriminate sul lavoro? Vero. Donne più affidabili e determinate dei colleghi maschi? Altrettanto vero. Donne costrette ad arrabattarsi con un’ offerta di servizi inadeguata? Verissimo. >

8 Maggio 2005
Il Sole 24 ORE

Intimidazioni d’ufficio

Robin Corey

Un buon punto di partenza per indagare l’uso intimidatorio della paura nell’America contemporanea è  il posto di lavoro, perché è lì – nelle pratiche di assunzione e licenziamento, promozione e retrocessione scarsamente regolamentate; >

30 Aprile 2005

Work-life balance e relazioni di lavoro

Anna M. Ponzellini

Tuttavia, quando abbandoniamo il (consolante) approccio descrittivo delle “buone prassi”, il panorama che, soprattutto in Italia, ci offre la rilevazione quantitativa di tali esperienze appare estremamente preoccupante. Sono infatti pochissime – non oltre il 3%, secondo una stima avanzata da una indagine sulla contrattazione aziendale – le aziende dove negli ultimi anni sono state introdotte norme sul lavoro classificabili, anche in senso lato, come misure favorevoli alla conciliazione. >

14 Aprile 2005
Il Sole 24 ORE

Lavoratori sfruttati, Nike chiede scusa

Daniela Roveda

LOS ANGELES – La Nike si è cosparsa il capo di cenere. In un raro mea culpa per un’azienda occidentale, il colosso accusato di avere chiuso un occhio sulle condizioni di lavoro negli stabilimenti del Terzo Mondo che fabbricano le scarpe indossate da Michael Jordan e Kobe Bryant ha preso le misure moralmente necessarie. e ieri ha pubblicato una lista di 700 fornitori, indirizzo compreso, affinché chiunque possa andare a controllare lo stato delle fabbriche. >

7 Aprile 2005
CORRIERE DELLA SERA

«Poche donne nel Cda, azienda da chiudere»

Danilo Taino

Se le idee nuove in fatto di politiche sociali fossero petrolio, i pozzi norvegesi non sarebbero certo sulla via dell’ esaurimento. >