di Manuela Carmena, Ada Colau, Anne Hidalgo | Tra il 15 e il 20 ottobre 2016 a Quito (Ecuador), la conferenza Habitat III è stata convocata per dibattere su quale dev’essere l’agenda urbana per i prossimi anni. Tuttavia, ancora una volta, sono i rappresentanti degli stati, e non delle città, a decidere degli accordi che vanno a incidere sulla vita di più della metà degli abitanti del pianeta. Questa situazione è urtante, considerando che sarà indispensabile la collaborazione dei governi locali per lo svolgimento della nuova agenda. >
Punto di vista
Denunciata dal Pontefice l’idolatria del sistema finanziario che sta distruggendo milioni di famiglie
Un’altra economia è possibile. Per cambiare le regole di un capitalismo che continua a produrre scarti >
Riparare i viventi un film di Katell Quillévéré – Francia, Belgio, 104’
di Silvana Ferrari >
Record di donne (senza quote!)
di Lorenza Zanuso | Il Corriere della sera del 29 gennaio 2017 ha dedicato due pagine dal titolo Milano, record di donne che lavorano (e conquistano le nuove professioni) ai risultati dell’indagine Equipe 2020, condotta per Italia Lavoro da Lorenza Zanuso e Roberto Cicciomessere. Pubblichiamo una breve esposizione di questa ricerca, che Lorenza Zanuso ha preparato per il Gruppo Lavoro della Libreria delle donne. >
Lettera aperta a Luisa Muraro sul referendum con breve risposta
di Natalia Mila | Cara Luisa, non posso essere d’accordo con te su Referendum. Ho votato due volte (www.libreriadelledonne.it, 15 dicembre 2016). >
Quello che i manuali non dicono è che a fare la storia sono anche le donne
di Simonetta Fiori | Ridotte a didascalia o trattate come fossero uomini. Perché i testi scolastici ignorano il ruolo femminile collettivo: i risultati di un’indagine della Sis >
I femminili nel linguaggio tra stereotipi e resistenze: il libro di Cecilia Robustelli
Cecilia Robustelli e libro edito nella collana di Repubblica: «Sindaco e sindaca: il linguaggio di genere» >
Togliere i bambini ai genitori criminali è un grosso errore
Suona come uno schiaffo in faccia la dichiarazione del procuratore generale di Napoli. Almeno alle orecchie di Bruno Mazza, un padre suicida, 11 anni di carcere e oggi attivo nell’associazione «Un’infanzia da vivere» che, nell’hinterland napoletano, aiuta i bambini in difficoltà com’era lui. >