31 Ottobre 2009
la Repubblica

Donne che scrivono donne che leggono

Nadia Fusini

Ho degli amici – uno scrittore, l’altra poeta – che scrivono, ma non leggono libri. Quelli degli altri, intendo. Dicono che a loro non interessa. Forse lo fanno per via di quella che Bloom chiama l’ansia dell’influenza. O forse, evitano così certi confronti. Sono tutte buone ragioni. Io però amo gli scrittori che leggono. Non immagino neanche che si possa vivere né scrivere senza leggere. Che è la stessa idea che muove a leggere e a scrivere Elisabetta Rasy, la quale ha raccolto in volume le sue letture. Letture che pratica da anni, essendo oltre che scrittrice, una avida lettrice. Lo ha fatto e lo fa anche per mestiere dalle pagine culturali di diversi giornali. Ma lo fa soprattutto come una pratica di meditazione: coltiva così non solo l’anima, la mente, il gusto, la coscienza. Anche lo stile.
Sotto il titolo di Memorie di una lettrice notturna, raccoglie alcuni suoi incontri con i libri che ha letto, osservando un solo criterio: che siano donne ad averli scritti. Include un breve cammeo di un’artista non della penna, ma del pennello, Frida Kahlo. E un solo uomo, Ovidio. Si doveva tale riguardo a chi ha scritto le Eroidi, “un perfetto esempio di scrittura femminile”, secondo Rasy. Dal che si deduce che la differenza sessuale non è qui giocata nel senso né biologico né ideologico. Ma si è disposti all’ascolto della medesima se e quando si manifesti nella parole.

 

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