9 Febbraio 2010

G. Bernabò e O. Dini, “Poesia che mi guardi”

Antonella Cattorini Cattaneo

Antonia Pozzi, Poesia che mi guardi. La più ampia raccolta di poesie finora pubblicate e altri scritti, a cura di Graziella Bernabò e Onorina Dino. In omaggio il dvd Poesia che mi guardi di Marina Spada ( prodotto da Renata Tardani per Miro Film , Luca Sossella Editore, Bologna 2010). Euro 20,00

“Le mie parole sono le immagini , immagini per non sentirmi estranea, per darmi un motivo nel mondo. Leggo le parole dei poeti per capire il mio cuore e quello degli altri”.
Con questa frase di Antonia Pozzi, mentre scorrono immagini della Milano di oggi, si apre il film a lei dedicato dalla regista Marina Spada, ora in vendita abbinato ad un libro che comprende la più ampia raccolta di scritti di e su Antonia, finora pubblicati.
In queste brevi righe è possibile rintracciare il filo conduttore del lavoro della Spada che ha sfidato un’ affermazione del regista E.Rohmer, recentemente scomparso: “L’unica cosa che non è filmabile è la poesia”. Dopo tre anni di lavorazione ha infatti messo a punto una pregevole sintesi cinematografica di brani visivi e letterari per ricordare e far rivivere la poetessa lombarda nata a Milano nel 1912 e lì morta per sua mano nel 1938, a 26 anni. Una vita giovane che nel film è ricostruita e scoperta da quattro giovani veicolando immagini e poesie, servendosi di differenti mezzi comunicativi. Dai più tradizionali e vicini alla stessa Pozzi che amava fotografare e farsi riprendere in filmini amatoriali, alle più attuali pagine web e poi ai volantini, ai manifesti pubblicitari che circoleranno nell’intera città e, naturalmente, al cinema.
Nel lavoro della Spada il tema della comunicazione è centrale e sostenuto proprio dalla poesia, capace di superare barriere spazio-temporali e vincere i limiti delle tradizioni e delle mode. Antonia Pozzi, con la sua faticosa esperienza esistenziale visse fino in fondo questa scelta artistica soffrendo le molte incomprensioni della sua famiglia alto-borghese e, in parte, del gruppo di intellettuali che frequentava. Ovvero gli allievi del filosofo Antonio Banfi, docente di Storia della filosofia e di estetica presso la Regia Università di Milano e con il quale ella si laureò con una tesi su Flaubert.
Le sue scelte di vita e la sua scrittura furono poco accolte o addirittura negate da chi viveva accanto a lei in quegli anni e a fatica rinunciava a scelte espressive e culturali estranee al regime fascista. La sua linea comunicativa era invece diaristica, relazionale, inquieta e corporea. La Spada ho colto molto bene quest’ultima dimensione della poesia di Antonia Pozzi affidando ad uno studente universitario di Medicina,”contagiato” come gli altri protagonisti, dal “virus poetico”, tale affermazione: “Secondo me i medici hanno bisogno dell’aiuto dei poeti. In fondo il medico e il poeta fanno lo stesso lavoro, guardando al di là della superficie, sotto la pelle delle cose”. Anche sostando sulle fotografie della Pozzi che in parte scorrono nel film ( si veda anche il bel catalogo ANTONIA POZZI, Nelle immagini l’anima, Antologia fotografica a cura di L. Pellegatta e O.Dino, Ancora, Milano, 2007), è possibile rintracciare l’attenzione vivissima alle cose, ai corpi naturali, come le amatissime montagne, i paesaggi della Valsassina, i lavoratori e lavoratrici della terra, i bambini. Non fu solo la scuola di Banfi, studioso della fenomenologia husserliana , a farle apprezzare e descrivere le cose che sono. E’ infatti possibile scorgere nelle sue parole e nelle sue immagini il realismo della più ricca tradizione lombarda e la cura tutta femminile della corporeità. Graziella Bernabò nel suo saggio parla infatti della grande capacità letteraria della Pozzi di utilizzare il linguaggio metonimico vicino al sentire corporeo della donna e così di restituire l’immaginario femminile sia nella sua vena più malinconia sia nella fiera consapevolezza della sua identità. Con la Bernabò è suor Onorina Dino, responsabile dell’Archivio Antonia Pozzi di Pasturo a curare questa raccolta di poesie, pagine di diario e lettere di Antonia. A loro si deve anche la selezione di alcuni scritti critici e la bibliografia molto nutrita e in costante aggiornamento on line da Tiziana Altea sul sito www.antoniapozzi.it
Diverse voci di donne – la regista, la produttrice , le curatrici della raccolta letteraria e alcune firme dei saggi critici – e opere sotto un titolo solo-un verso della poetessa – idealmente unite a lei e a molte altre nella ricerca di immagini e di parole per darsi ” un motivo nel mondo”.

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