29 Dicembre 2017
aldiladeglistereotipi.wordpress.com

Di violenza e sorellanza. Le donne di Game of Thrones, tra centro e margine, potere e privato.

di Federica Castelli


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Un caso particolare: le donne di Game of Thrones

 

Proprio perché è una serie complessa, e spesso molto controversa, Game Of Thrones è un ottimo modo per mettere alla prova quanto detto. Le donne di Game Of Thrones alcune le amo, altre le detesto. Alcune rispecchiano qualcosa di me (che mi piace), altre qualcosa di me che però non mi piace per niente. Ma, forse, questo è proprio uno dei motivi per cui queste donne sono interessanti, perché danno voce a esperienze diverse, alcune delle quali non riconosciamo, o addirittura ci ci spaventano. Dare voce anche a questo è aprire uno spazio di possibilità. Non tanto perché se un giorno vogliamo torturare qualcuno, essere spietate o dar fuoco a una città intera abbiamo una sorta di legittimazione nell’immaginario. Ma perché, invece, queste donne, spesso controverse, ci permettono di interrogare dimensioni socialmente inaccettabili, chiederci se e come agiremmo, e dare così una risposta vera alla domanda sul perché scegliamo di agire in un modo e non in un altro. Ci si conosce anche nella messa a distanza, e queste donne (o alcune di loro, almeno) nominano anche quel qualcosa che non riconosco come mio, e mi permettono di metterlo a tema, fino a capire perché quell’agire non mi appartiene. E, soprattutto, mettono questa riflessione sul piano soggettivo e non quello astratto del genere: sono io che (forse) non agirei in un certo modo, non è il mio genere a impedirmelo. Quante volte ci siamo pensate come donne deboli perché così ci è stato detto? Quante volte, invece, abbiamo pensato di non poter mai fare del male a qualcuno, perché “le donne sono buone per natura”? Non sto dunque sostenendo che queste donne ci devono far sentire autorizzate ad essere delle carnefici, ma sostengo invece che possono darci la consapevolezza per scegliere autonomamente di non esserlo.

Ovviamente, sto per mettermi nei guai. Lo so benissimo. E i motivi per cui la mia lettura viaggia pericolosamente sul filo del rasoio sono essenzialmente tre:

  1. Il rischio di essere smentita: la serie, anche se ben avviata verso la sua conclusione, è tutt’altro che finita.
  2. Il rischio di essere incompleta: i personaggi e le personagge di Game of Thrones sono un’infinità assoluta e non posso dunque che essere parziale e incompleta nel mio ragionamento.
  3. Il rischio del suicidio: un’operazione del genere, nel contesto di una serie che produce accanite tifoserie, è praticamente un suicidio sociale.

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https://aldiladeglistereotipi.wordpress.com/2017/12/21/di-violenza-e-sorellanza-le-donne-di-game-of-thrones-tra-centro-e-margine-potere-e-privato/amp/


(aldiladeglistereotipi.wordpress.com, dicembre 2017)

 

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