22 Gennaio 2016

Accadono anche cose belle, bisognerebbe dirle

di Ilaria Durigon e Laura Capuzzo

 

Si riflette sempre molto su ciò che accade di negativo. Si fanno analisi approfondite e numerose. E questo è giusto. Attraverso una comprensione che ne svisceri moventi e sviluppi, le cause che lo governano, si tenta di evitarne la ripetizione.

Uguale attenzione si dovrebbe mettere nell’analisi di ciò che accade di positivo. Anche quando ci troviamo davanti a qualcosa di buono dovremmo soffermarci a pensare. Qual è il terreno fertile che lo ha fatto nascere? Anche rispetto ai fatti positivi dovremmo attivare quello sguardo che vede lontano, capirli affinché si ripetano!

Quando ci è stato chiesto di scrivere del regalo che ci è stato fatto, ci siamo chieste cosa dire di questo gesto che ci ha lasciate davvero “senza parole”. E siamo partite da qui: da quante parole abbiamo per raccontare ciò che accade di male, e quanto poche invece per raccontare ciò che accade di buono.

Ma veniamo ai fatti. Libreria delle donne di Padova, poco prima di Natale. Una nostra amica e cliente ci ha donato un sistema di amplificazione e di registrazione: casse, microfoni, telecamera.

Un regalo non solo utile ma anche significativo dal punto di vista simbolico: è un regalo per noi, la libreria, ma anche per tutti e tutte quelle che, impossibilitate per i più svariati motivi (non solo geografici), non la frequentano. Ci permette di arrivare lontano, e di farlo in tutti i sensi.

Quando abbiamo detto alla nostra amica che avremmo parlato pubblicamente del suo gesto, oltre a raccomandarci l’anonimato perché «si dovrebbe sempre dare senza mittente, per non creare confusione, sentimenti che non hanno a che fare con il dare» ci ha detto che importante è che riuscissimo a restituire l’idea che «perché tanti siano amati occorre che altrettanti sappiano amare».

Bisognerebbe quindi trovare le parole per dirlo questo amore che si offre prima ancora di riceverne. Non nasce certamente dal nulla, ma da una generosità innata, da uno sguardo lungimirante e dal progetto che abbiamo creato e che, ancora una volta, è stato capace di generare generosità. Lo ha fatto fin dall’inizio, da prima che la libreria nascesse. E continua a farlo. Alcune potrebbero obiettare: perché parlare di amore quando stiamo parlando di soldi? Sembra quasi un’eresia. E invece no. Le cose non sono separate. Perché i luoghi delle donne continuino a vivere è necessario che si sostengano economicamente. I luoghi delle donne pagano gli affitti, le luci, il riscaldamento.

Si dice tante volte che sono diversi e molteplici i modi per sostenere un progetto, e questo è non solo vero ma anche importante, anzi essenziale per il progetto stesso. Tuttavia, non si può prescindere dalle condizioni di possibilità che permettono al progetto stesso di esistere e di sostenersi, condizioni che sono anche materiali. Quindi se amate un progetto e volete che continui a vivere, sostenetelo. E se, invece, siete state partecipi di un atto di generosità e di amore per un vostro progetto, raccontatelo.


(www.libreriadelledonne.it, 22 gennaio 2016)

Print Friendly, PDF & Email