9 Dicembre 2013

Biblioteca virtuale di Duoda


La Biblioteca Virtual de investigación Duoda (BViD) – Biblioteca virtuale di Duoda: erudizione e rinnovamento del linguaggio scientífico (2003-2013): http://www.ub.edu/duoda/bvid

María-Milagros Rivera Garretas, Núria Jornet Benito, Elisa Varela Rodríguez, Azucena Ruiz Viedma
È un progetto più grande di noi quattro e di tutto il gruppo di ricerca, nato nel 2003 nel Centro de Investigación Duoda dell’ Università di Barcellona e aperto al pubblico nel 2011 con la modalità di accesso libero. Nacque dalla necessità di recuperare il vincolo tra la parola e la verità che l’oppressione fallica che fu per alcune di noi il passaggio nell’università aveva indebolito o spezzato. Per questo, tra gli strumenti di ricerca secondari ce n’è uno chiamato “La historia viviente” che, dialogando con le pratiche della Comunità di storia vivente della Libreria delle donne di Milano, propone alle autrici e curatrici dei testi della Biblioteca che pensino e descrivano il loro processo personale di scambio tra la vita testimoniata dalle fonti storiche che studiano e le relazioni vitali che generarono e sostengono la loro vocazione di storiche.

La Biblioteca Virtual de investigación Duoda contiene quattro moduli o collezioni: A) Autrici classiche (secoli II-XXI); B) Autrici e autori in relazione di interscambio; C) Testi politici: Governare con amore; D) Momenti storici delle donne in Catalogna.

Desideriamo che l’erudizione sia il fondamento e l’ispirazione di un cambiamento del linguaggio scientifico del nostro tempo: un cambiamento che riannodi il vincolo, perso durante la modernità e la postmodernità, tra la scuola e i corpi. Riteniamo che il linguaggio scientifico richieda di essere rinnovato perche l’università si è femminilizzata durante le due ultime decadi del secolo XX però il suo linguaggio continua ad essere quello proprio di un mondo senza donne. Riteniamo che la coincidenza tra le cose, le parole e i corpi si sia perso nell’università del presente perché la rivoluzione che è stata la sua femminilizzazione, tanto inaspettata, non è stata né intesa correttamente né significata nella sua originalità né contrastata con il linguaggio scientifico tradizionale, un linguaggio nato dalla potenza significante del tra-uomini. Con la conseguenza che noi donne non ci riconosciamo, o ci riconosciamo appena, nel linguaggio scientifico. Il che significa che molto dell’esperienza umana femminile originale rimane, nell’università, senza significare, vale a dire, senza esistenza simbolica.

Quello che noi universitarie non abbiamo trovato nell’università è stata la validità della lingua materna. La lingua materna è quella che, da piccole o da piccoli, impariamo da nostra madre o da chi ci abbia amato. La lingua materna tiene conto della sessuazione umana: è lei che ci insegna a riconoscerla e a darle esistenza simbolica parlando al femminile e al maschile.

La Biblioteca Virtual de investigación Duoda pretende di contribuire alla attualizzazione del linguaggio scientifico attraverso la rivoluzione ermeneutica che consiste nel prendere come mediazione della realtà e della storia la libertà femminile. È da tempo che molte di noi donne non ci sentiamo né discriminate né oppresse. Per questo, cerchiamo un linguaggio con cui esprimere il nostro senso originale e sessuato della libertà.

Per ottenerlo, la BViD segue due vie di lavoro: a) La via euristica y b) La via ermeneutica.

La via euristica consiste nella selezione, pubblicazione, traduzione, se è il caso, soggettazione, collocazione e introduzione nella Biblioteca di un corpus selezionato di opere scritte e iconografiche prodotte da donne e da uomini non patriarcali in Europa e in America tra i secoli II e XXI. Le opere appartengono a materie diverse tra quelle umanistiche, materie che la configurazione della Biblioteca mette in grado di nutrirsi e trasformarsi mutualmente.

La originalità più rilevante del lavoro euristico che proponiamo consiste nella soggettazione del corpus completo di fonti selezionate. Si tratta di un tipo di soggettazione di una certa difficoltà, che consiste nel dissezionare la lingua con la propria lingua, chiamando a intervenire nella dissezione la storia vivente di ciascuna autrice o curatrice delle opere selezionate, per identificare così nell’uso della lingua da parte di autrici e autori non patriarcali pratiche originali di significazione libera (non dettata da stereotipi di genere) della differenza sessuale. Infatti è la propria storia vivente che orienta la scelta delle parole e delle nozioni per la soggettazione, quella che riconosce il loro valore come indizi di esperienza femminile libera nel patriarcato.

La via ermeneutica consiste nello scoprire e interpretare, negli usi della lingua che si vanno identificando nel corpus di opere selezionate, i cambiamenti storici derivati da queste pratiche originali di significazione libera della differenza sessuale. In altre parole, cerchiamo di scoprire, valorizzare e studiare le invenzioni simboliche rilevanti che sono state efficaci nel passato per esprimere il senso libero dell’esssere donna o uomo, e possano servire nel presente per suscitare il desiderio di sessuare il linguaggio scientifico.

 

(Trad. dallo spagnolo di Luciana Tavernini)

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