15 Luglio 2016

Camminare

di Luisa Muraro

Nei pellegrinaggi, come quello a Compostela che mi ha raccontato mio fratello, so che le persone camminano, camminano, spesso in silenzio e da sole, ma poi si fermano in un ostello dove ne incontrano altre e, con le forze, rinnovano il senso del loro andare.

Ci sono libri, nel mio cammino, che hanno la funzione di ostello. Perché non scambiarci queste esperienze di lettura, mi sono detta, come fanno loro?

L’ho pensato dopo aver letto, di slancio, Temporary Mother. Utero in affitto e mercato dei figli di Marina Terragni (VandA.e-publishing). Su questo tema io stessa ho pubblicato un librino, incoraggiata proprio da Marina T. Eppure, leggere il suo è stato un vero ostello per la mente: un linguaggio diverso, nel ritmo soprattutto, argomenti provenienti da filoni a me non presenti, una grande familiarità con le fonti di internet e una notevole capacità di selezione (senza la quale, mi dicono, in internet ci si perde).

Viceversa, l’esperienza di lettura di Isabella Pera, “Camminare col proprio tempo” (Viella, Roma 2016) è stata una sorpresa allo stato puro. Vivo a Milano da una vita, mi sono laureata alla Cattolica, nel mio ambiente sono considerata una che se ne intende di chiesa e religione. E scopro, leggendo la ricerca di Isabella Pera (pubblicata da un editore di Roma!) tutto un pezzo di storia di Milano, inizi Novecento, al cui centro c’è un gruppo femminista cattolico avanzatissimo e perciò contrastato a morte dalla reazione antimodernista, che allora imperversava. Conoscevo la repressione interna che ha colpito i cattolici rinnovatori, ma nulla sapevo di questo femminismo cristiano milanese, vittima evidentemente di una doppia obliterazione, antimodernista e maschilista.

Troppo facile cancellare le donne dalla storia, ho pensato.

Ina Praetorius ha ragione a ricordarci che la storia che impariamo a scuola, non è la ma una storia. Lo dice in un altro libro-ostello della mente, L’economia è cura. La riscoperta dell’ovvio, nella collana Transiti, di Mediterraneo Sociale, dal cui sito www.mediterraneosociale.eu può essere scaricata gratuitamente. Il punto è imparare a sentirlo, a non avere aspettative fasulle e ad agire praticamente, come fa lei.

Ho detto: troppo facile cancellare le donne. Ma dipende dalla strada che percorri. Ci sono donne che non incontrerai sulle strade comode. Penso alla giornalista di Catanzaro Franca Fortunato e alla sua amica, Lina Scalzo… Sai chi è Lina Scalzo? s’intitola l’intervista fatta da Franca all’amica e pubblicata come primo degli e-quaderni di Via Dogana in www.libreriadelledonne.it, a cura di Clara Jourdan. Donne come queste, facciamo che siano incancellabili, come certe macchie di frutta che non vanno via. Non siamo qui per questo?

(www.libreriadelledonne.it, 15/7/2016)

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