23 Marzo 2014

Care amiche Pd c’è di meglio da fare

di Vita Cosentino

Alla fine sono stati bocciati tutti gli emendamenti all’Italicum, la nuova legge elettorale, riguardanti le cosiddette quote rosa. Io sono di quelle che non le ritiene affatto necessarie. Ricordo che alle ultime elezioni, senza di esse, sono entrate in Parlamento moltissime donne, soprattutto tra le fila del PD e del movimento cinque stelle. Dovrei quindi esserne contenta, ma non è questo il punto che mi preme.

In questa vicenda parlamentare ci sono almeno due cose che meritano attenzione. La prima è che tutto il dibattito sull’Italicum si è concentrato su questa questione che riguarda l’esserci delle donne nella vita pubblica. Telegiornali, trasmissioni radio, stampa nazionale, tutti a intervistare donne. In Parlamento c’era sia una trasversalità “pro”, le 90 donne vestite di bianco, sia una trasversalità “contro”. Bisogna dire, però, con un dibattito parecchio inquinato da logiche e tatticismi di potere. Comunque la tematica è uscita dai circoli ristretti e si è messa a correre nella società, segno che c’è un cambiamento nella cultura del nostro paese: il mondo è di uomini e donne e ci si aspetta che le donne ci siano anche nella vita politica istituzionale. La cosa interessa e fa notizia.

L’altra cosa interessante è ciò che sta succedendo nel Pd. Le quote rosa, che qualcuno adotta per esorcizzare il conflitto tra i sessi, in questo caso invece ne hanno fatto emergere uno di grande rilevanza all’interno del Pd (e prossimamene, chissà, forse anche in altri partiti). Apprendo da Repubblica -sottotitolo: “Una direzione sul maschilismo”- che a seguito della vicenda parlamentare c’è molta irritazione tra le donne Pd e la stessa vicepresidente Sandra Zampa ritiene che ci sia “una questione maschile” nel partito e intende convocare su questo un incontro della Direzione nazionale, sollecitata a farlo da un gruppo di donne della direzione stessa. (12-03-14) Bene! È tempo di aprire conflitti di questo tipo, perché la società è cambiata, la famiglia è cambiata, i rapporti uomo/donna stanno cambiando dappertutto e anche strutture come i partiti possono cominciare a cambiare. Un partito è tutt’altra scena rispetto a un Parlamento e qui sì che un’azione impostata con consapevolezza può produrre trasformazioni. Vorrei dire alle amiche del Pd di battersi con coraggio nel conflitto che hanno aperto, ma non per rivendicare regole e situazioni protette, che non è più quel tempo, bensì per cominciare a parlarsi davvero tra uomini e donne e delineare un terreno di confronto e di modificazione di questo rapporto all’altezza di quanto oggi la società chiede, all’altezza del loro desiderio. Il momento è buono per farlo.

 

 

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