17 Gennaio 2020

Le Città Vicine nell’era dell’emergenza climatica. Convegno a Verona 1° marzo 2020


Le Città Vicine invitano al Convegno nazionale Le Città Vicine nell’era dell’emergenza climatica, il 1° marzo 2020 dalle 9.30 alle 17.00 a Verona presso la Casa Comune MAG, Via Adriano Cristofoli, 31/A (Zona Stadio, bus 11-12-13 da Stazione FS). Nei locali della MAG sarà esposta la mostra mail art “In cielo, in terra … in mare” della Merlettaia di Foggia e le Città Vicine, a cura di Katia Ricci.
Per qualsiasi indicazione rivolgersi a: Segreteria Casa Comune MAG – Giulia Pravato, tel. 0458100279; info@magverona.it
Uniamo un testo di riflessione che serve a prepararsi all’incontro.


Nell’ultimo anno la questione dell’emergenza climatica si è imposta nel dibattito pubblico sia per le sempre più evidenti conseguenze disastrose, sia per merito di Greta Thunberg che ha richiamato con vigore i potenti della terra a metterla al primo posto nell’agenda politica internazionale. Si sono intensificate le manifestazioni di protesta di donne e uomini, più e meno giovani, che in tutto il mondo agiscono creativamente per individuare soluzioni locali e contemporaneamente lottano contro il modello neoliberista che è alla base della crisi ambientale e delle enormi disuguaglianze di strumenti per fronteggiarne gli effetti.

Pur nella diversità delle esperienze vi è qualcosa che accomuna tutti questi movimenti: il protagonismo femminile. Se questo fatto da un lato non stupisce a causa di quel nodo storico che da sempre nell’immaginario lega insieme le donne e la natura, dall’altro è importante riconoscere che la massiccia presenza femminile sta oggi producendo una trasformazione politica attraverso la diffusione dei linguaggi e delle pratiche proprie del femminismo. Il linguaggio che circola in questi movimenti è, infatti, più attento alla restituzione dell’esperienza concreta e sempre più frutto di un lavoro mirato, nella consapevolezza che il simbolico ha un ruolo fondamentale nel comunicare la differenza di quello che si fa e si pensa rispetto alla narrazione dominante. Per quanto riguarda le pratiche, queste si fondano sul partire da sé per arrivare ad altre/altri e altro, accompagnato dalla parallela sfiducia nella delega e nella rappresentanza, e si caratterizzano per il muoversi in base a relazioni che confluiscono in organizzazioni fluide senza “capi” né leader ma con un senso vivo dell’autorità circolante e con una pratica decisionale aperta e dialogica. Relazioni che hanno la tendenza a creare comunità, a tenere insieme l’azione e il suo senso, ad agire in prossimità delle cose in aderenza a ciò che si incontra ma anche a legarsi a realtà lontane in base a convergenze di contenuti e pratiche. Vi è un ulteriore elemento che dovrebbe farci fare salti di gioia: mai nel passato il rifiuto del patriarcato è stato così esplicitamente e diffusamente espresso al di fuori dei movimenti delle donne. […] Il rifiuto generalizzato del patriarcato costantemente segnalato indica che la presenza femminile è portatrice di un di più non riconducibile all’interno delle disuguaglianze economiche o di classe ma è una differenza.

Dunque, come sostiene Luisa Muraro, dovremmo «fare leva sul crescente favore di cui gode, in questi ultimi decenni, l’umanità femminile … per prendere autorità nella vita pubblica e fare la differenza dal come finora sono andate le cose» (intervento a Via Dogana 3 del 10/12/2019). La vita pubblica è oggi favorevole alle donne e pronta al cambiamento proprio perché si è raggiunto/superato un limite. Allora, le Città Vicine hanno l’occasione di porsi nello scenario con una consapevolezza in più: le città sono i luoghi in cui si produce più inquinamento e dove tutti i problemi ambientali si amplificano e, per questo, come sostiene Ada Colau sindaca di Barcellona, sono anche il contesto per inventare e sperimentare soluzioni alternative, nuove politiche pubbliche, nuovi stili di vita e di consumo, nuove forme di auto-organizzazione. È nelle città e nei territori che le circondano che possono avvenire, e stanno avvenendo, i cambiamenti più significativi perché vanno a incidere nella vita reale delle persone che sono in relazione concreta fra loro, anche quando sconosciuti; è nelle città che si esprimono e devono essere soddisfatti i bisogni primari. È importante, allora, portare ciascuna la propria esperienza e le pratiche che sta agendo, il racconto di ciò che nella propria città sta avvenendo perché, come sostiene Chiara Zamboni (Cambia il clima, cambia la politica?, Via Dogana 3, 15 aprile 2019), «tutto serve per rendere più forte il movimento ecologista. Tutto rende l’alveo del fiume più grande».


Simonetta Patanè


(www.libreriadelledonne.it, 17 gennaio 2020)

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