27 Settembre 2019

L’Osservatore Romano e l’osservatrice milanese

di Clara Jourdan


È una notizia da pubblicare? Se lo è, allora è una bella notizia: anche L’Osservatore Romano, il quotidiano del Vaticano fatto per informare i cattolici di mezzo mondo, si è messo a fare i femminili (almeno nell’edizione italiana); lo mostra un insolito femminile, a pagina 25 del 21 settembre scorso: Intervista con la moderatora della Tavola valdese. Un cambiamento che si fa notare, rispetto all’uso sistematico del maschile per tutte le cariche anche se rivestite da donne che fino a ieri lo caratterizzava («il cancelliere Angela Merkel», 7 settembre 2019). Perfino il suo mensile Donna Chiesa Mondo, fondato e diretto fino a non molto tempo fa da Lucetta Scaraffia, non ne era esentato del tutto («Saveriana, consultore…» leggiamo sul numero di luglio 2019). Un esempio di considerazione per l’autorità, quella linguistica, che è in un momento di passaggio? E di quale passaggio? Per combinazione in questi giorni è uscito in italiano presso Vita e Pensiero, la casa editrice dell’Università Cattolica di Milano, il libro di Marcel Gauchet, La fine del dominio maschile. Poche pagine di grande interesse, anche perché il punto di vista dell’autore non coincide con quelli delle femministe ma porta alla stessa constatazione, espressa dal titolo. Una fine per la quale egli afferma esserci «un sollievo generale» (p. 7). Senza entrare nei dettagli, richiamo qui un punto della sua analisi: «Il dominio maschile era l’ingranaggio di un modo di istituzione […] la cui chiave di volta era la religione» (p. 19). Viene da pensare allora che se «tale dominio ha perso la sua ragion d’essere» (p. 24), anche la religione viene svincolata da quella sua funzione. È questo il significato, la possibile liberazione della religione cattolica dal patriarcato, del nuovo corso linguistico dell’Osservatore Romano?


(www.libreriadelledonne.it, 27 settembre 2019)

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