12 Febbraio 2019

Per Giovanna Silvestri

(9/3/1937-7/2/2019)

 

Ci siamo incontrate nel lontano 1977, facevamo insieme un turno in Libreria. Ci ha unito il disagio e l’estraneità che provavamo nel contesto intorno a noi, un contesto apparentemente privilegiato.
Giovanna diceva di sé, partiva dal suo vissuto personale per entrare in relazione, sapeva ascoltare con delicata partecipazione le tante donne che, a quel tempo, entravano in libreria per raccontare il loro malessere, le loro insofferenze ma anche i tanti progetti e iniziative. Con molte di loro ha intessuto relazioni profonde che sono durate nel tempo, donne con cui condivideva vari interessi provandosi in situazioni ed esperienze nuove.
Insieme frequentavamo il gruppo politico del giovedì, andavamo a convegni e iniziative politiche della Libreria anche in altre città, a mostre di amiche artiste, a trovare la nostra amica Bibi all’ospedale; insieme ci davamo forza per ritagliarci sempre più spazi di libertà. Stavamo bene e quando uscì il Sottosopra rosso “Un filo di felicità”, eh sì, ci siamo dette, è proprio così anche per noi!
Amava leggere romanzi, era interessata alla psicanalisi, alla filosofia, ma soprattutto alla politica delle donne. Sosteneva fortemente il progetto e l’impresa della Libreria, amava questo luogo di creatività femminile in cui si riconosceva profondamente. Non è mai mancata nel suo turno in libreria, spazio fisico ma anche interiore da cui attingeva energia e senso, da cui poteva allontanarsi e ritornare per agire nel mondo.
Ma quale mondo per lei se non quello dei suoi affetti più cari, della sua famiglia? Unire le due parti di sé, ricomporre la frattura, trovare il modo di stare e far stare bene era diventato un suo progetto di vita. Districare, modificare legami famigliari è una impresa lunga e ardua, bisogna volerlo fortemente con tanta pazienza amore e determinazione. È una scommessa alta.
Durante la cerimonia funebre, molto commovente e seguita con sentita partecipazione, la figlia, le due giovani nipoti e la nuora hanno parlato di Giovanna riconoscendola come perno e rifermento di tutta la famiglia, hanno detto dell’esempio di vita libera che ha saputo dare e che non andrà perduto, dei tanti rapporti con le amiche come parte di sé, del bene e dell’affetto che ha saputo trasmettere e ricevere.
Renata Dionigi

 

Giovanna, era anche poesia, nostalgia, mancanza
Parole che dicano di te, di noi
parole che sanno di vita, di tua presenza,
come il suono delle stelle.
Il tuo sguardo Giovanna, restituiva, in un lampo di luce
testa, cuore, stomaco, come lumi di esistenza
profonda.
Antonia Panico

 

Cara Giovanna,
sei nell’Altrove
nella Luce
nello Spazio Infinito
dove gli Angeli
cantano per Te
per consolarti
degli ultimi sconsolati
Anni.
Con affetto, nel ricordo,
LeoNilde

 

Ho conosciuto Giovanna all’inizio degli anni Ottanta. Il mio rapporto con la Libreria delle donne e con il pensiero della differenza è iniziato proprio grazie a lei, tanto che per me tornare in questo luogo senza poterla rivedere significa provare ogni volta il senso della perdita. Giovanna è stata, e nel mio ricordo rimarrà sempre, l’amica di tutta una vita, perché nel nostro legame c’era un’assoluta reciprocità di riconoscimento, di fiducia e di affetto, di grandissimo affetto. Era molto bella e naturalmente elegante, eppure mai altezzosa, invece sempre gentile e dolce con tutte noi e con ogni persona che le si rivolgesse per chiedere un libro o per qualunque altro motivo. Non erano di cielo solo i suoi occhi: tutto in lei lo era, pur nel dolore. E io non posso che pensarla in questo azzurro. Graziella B.

 

Di Giovanna mi porterò il suo sorriso e la sua capacità di ascolto. Anna Maria Di Ciommo

 

Giovanna,
amica dolce,
sorella.
Ci hai lasciate.
Ora puoi finalmente correre
serena e veloce fra le  nuvole
per raggiungere le tue adorate stelle.
Ciao Giovanna,
mandaci ogni giorno un sorriso
con i tuoi occhi di cielo.
Sarai sempre nel mio, nei nostri cuori Ciao…Vera B.

 

Conobbi Giovanna che ero una ragazza poco più che ventenne. Fu un incontro alchemico, trasformativo. Mi accolse nella sua vita e per suo tramite conobbi le donne della libreria: Lia, Luisa, Renata, Bibi e le altre. Fu per me la scoperta di un nuovo mondo fatto di libertà di pensiero e di azioni. Divenni socia della Libreria delle donne. Di Giovanna amai subito quella sua eleganza innata, riservata, forse timida, ma evocatrice di profondità e intelligenza, sempre gentile. Era anche capace di una fermezza al limite della rigidità quando si trattava di  proteggere se stessa o coloro ai quali teneva. Acuta, sempre curiosa e grande lettrice, mi parlò di scrittrici e poetesse. Iniziai ad appassionarmi alla lettura di Freud, Lacan e Jung – che lei amava – e, sostenuta dal suo affetto, mi laureai e mi specializzai in psicologia analitica. Amavamo viaggiare; insieme, una o due volte all’anno, visitavamo l’Europa. La nostra meta preferita era la Provenza. La lavanda, i campi di girasole, il mare in lontananza. Aveva una dignità e un’ironia perfettamente bilanciate: le risate accompagnavano sovente i nostri incontri così come il piacere della discussione e della parola. Cene, buon vino, serate al cinema, mostre. Il nostro era uno scambio di felicità possibili. Certo era anche una donna responsabile e molto attenta alla sua famiglia, con affetto e pazienza si mostrava presente, in particolare modo con i nipoti. Imparai anche la cura. Sono grata della sua presenza nella mia vita, il legame che sento è ineffabile e leggero eppure per sempre solido e indistruttibile.
Fabiola S.

A word is dead
When it is said
Some say.
I say it just
Begins to live
That day.
Emily Dickinson

(www.libreriadelledonne.it, 12 febbraio 2019)

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