19 Settembre 2019

Un felice incontro – La scoperta di Trieste

di Luisa Muraro


L’Italia ha un Sud e un Nord e mai che ci ricordiamo di avere anche un Est e un Ovest. A Est c’è Trieste e da Trieste un giorno sono arrivate in via Pietro Calvi 29, Milano, alla Libreria delle donne, cinque donne: Valentina Botter, Marina Barnabà, Tiziana Giannotti, Elisabetta Paci e Silva Bon.

Era il 3 settembre scorso (2019), avevamo un appuntamento, fissato via mail con Marina B. Venivano per fare un’intervista ma quasi subito è iniziato tra noi un intenso scambio di notizie e idee intorno al loro impegno. Le cinque, spiccatamente differenti tra loro, sono liberamente associate e tutte fanno riferimento al Dipartimento di salute mentale di Trieste. Eredi di Franco Basaglia? Sì e ancor più di Franca Ongaro Basaglia, avendo scelto di dedicarsi, con le loro diverse competenze, alla popolazione femminile. La sintonia tra noi era grande, la mia meraviglia ancora di più. Mi pareva di avere scoperto Trieste… ma è vero, com’è vero che il femminismo ha camminato molto, che noi lo sappiamo o no.


Racconta qualcosa di voi per il nostro sito, ho chiesto a Silva Bon, autrice di Donne attraverso. Soglie, spazi, confini, libertà (Gorizia 2011), e di altri scritti. (L.M.)


Franca Ongaro Basaglia: felicità di un incontro

di Silva Bon


Ho attraversato per anni gli spazi gestiti dal Dipartimento di Salute Mentale di Trieste: Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura; Centri di Salute Mentale; luoghi altri e molteplici di aggregazione e di socializzazione per una crescita individuale con/nella Comunità.

Il percorso più lungo, verso la ricerca di un auspicato benessere psico-fisico, lo ho fatto in compagnia di donne, molte donne, che sono diventate amiche solidali, con cui condividere le proprie storie di vita, le esperienze di sofferenza, in un cammino che era, ed è ancorato a ciò che fa star bene, che dà felicità. Anche felicità intellettuale, frutto dell’approfondimento di conoscenze, di saperi, che riguardano salute e malattia mentali. E fondamentale è stato l’incontro diretto con il pensiero di Franca Ongaro Basaglia, moglie e compagna di vita di Franco Basaglia.

Sono convinta che la possibilità di ripresa da momenti, da fasi di crisi, di malessere psichico, è sostenuta anche dalla costruzione di consapevolezza attraverso l’apprendimento: così, assieme ad un gruppo di donne ho, abbiamo deciso di affrontare la lettura e l’analisi di testi, capitoli, brani, passi, squarci più o meno ampi di scrittura, prodotti da chi aveva avuto la fortuna di condividere vita e pensiero con Franco Basaglia. Insieme a lui, insieme a un gruppo di altri giovani psichiatri, Franca Ongaro ha teorizzato e attuato la fine, la chiusura dei manicomi in Italia, diventando efficace divulgatrice della filosofia che sta alle radici, che sta dietro alla rivoluzione basagliana.

Ho scoperto che tutto questo mi/ci riguardava, soprattutto vivendo a Trieste e usufruendo delle cure della sanità psichiatrica pubblica locale che deriva, si attiene, implementa le teorie messe in atto da Franco Basaglia. Il tutto all’interno di un contesto medico-operativo improntato alla messa in atto di buone pratiche che partono dal rispetto della libertà e della dignità delle persone: porte aperte, no contenzione fisica e/o farmacologica, servizi aperti 24 ore per 365 giorni all’anno.

Ho risposto con un’azione concreta a un bisogno interiore: mi interessava capire l’azione politica di una grande donna, Franca Ongaro, sempre al fianco e in prima linea con Franco Basaglia. La domanda è scaturita dal desiderio di apprendere, di saperne di più, partendo appunto dalla lettura dei suoi scritti.

Così ho deciso di valorizzare il volume Salute e malattia, edito recentemente nella “Collana 180”, per i tipi di Alpha Beta Verlag di Merano. Il libro raccoglie il lavoro di Franca Ongaro, in parte già apparso nei lemmi molteplici dell’Enciclopedia Einaudi. Dunque, testi degli anni Settanta e Ottanta del Novecento. Alcuni anche finora inediti.

Per tutti i mesi di una lunga estate assolata, due anni fa, ho raccolto attorno a me un gruppo di amiche interessate, che hanno aderito affluenti alla mia proposta di leggere Franca Ongaro Basaglia.

Ci siamo incontrate, con scadenza settimanale, negli spazi di Una Casa Tutta per Noi, aperta specificatamente alla frequentazione di donne afferenti ai Servizi psichiatrici del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste: si tratta di un ampio appartamento sito nel cuore storico della città; il living apre le sue finestre sulla Piazza del Ponte Rosso, lastricata di antichi masegni; nel mezzo sta una bella fontana ottocentesca, che vede un putto, il Giovannin, al centro degli spruzzi e dei giochi d’acqua; attiguo, il Canal Grande, che dal mare giunge fino alle falde della Chiesa neoclassica di Sant’Antonio Nuovo, che vi si specchia; tutto intorno, e oltre il Ponte Rosso, il Borgo teresiano di fattura settecentesca, ricco di importanti palazzi d’epoca, simboli decorati e austeri delle fortune della Trieste mercantile.

Anche la location vuole la sua parte!

La bellezza intorno, e la bellezza dentro la Casa, arredata con gusto moderno, e arricchita dai lavori delle donne, lavori che sono testimonianza del gusto, della creatività, della manualità, della produttività dell’immaginazione femminile: così disegni, quadri, composizioni floreali, gioielli, tessuti…

Il nostro gruppo di lettura, uno zoccolo duro di circa sei-sette amiche, aperto alle frequentazioni anche occasionali di altre donne incuriosite, si è dato delle regole: leggere a turno una pagina; analizzare e capire il testo; riflettere sul contenuto; partire dallo scritto per discutere, raccontare i propri vissuti, le proprie impressioni, le proprie emozioni; portare il tutto all’attualità, alle esperienze più recenti, alle conoscenze esperite in vario modo della società che sta attorno.

Niente compiti per casa, ma tutto frutto del discorso collettivo, qui e ora, di due ore di impegno culturale.

Così abbiamo scoperto la piena attualità del pensiero elaborato da Franca Ongaro, pensiero originale e al tempo stesso ortodosso rispetto alle discussioni infinite elaborate con Franco Basaglia e il gruppo di giovani psichiatri a lui affini e compagni dell’avventurosa rivoluzione in corso: la chiusura dei manicomi, come luoghi di costrizione, di ammalamento, di cronicizzazione, di deprivazione di libertà e di ogni diritto civile e umano.

Franca Ongaro parte dalla storia, dal processo diverso nei secoli, del concetto di follia; e di come la società si è rapportata, ha giudicato, i folli e la follia.

Lei sostiene che la società attuale, contemporanea, contiene in sé i germi che fanno cadere nelle diverse forme di sofferenza psichica: pertanto la salute mentale può passare soltanto attraverso un profondo cambiamento delle regole che vigono tra gli uomini, tra le donne nel mondo. Sono le profonde diseguaglianze di potere, di censo, le divaricazioni estreme della forbice tra il Nord e il Sud, di tutti i Sud del mondo, che devono cessare, essere superati per giungere a un equilibrio solidale, a una maggiore distribuzione egualitaria della ricchezza, a una frequentazione tra uomini e donne improntati al rispetto reciproco e alla collaborazione.

In una società più giusta, più responsabile, anche la malattia, la malattia psichica, può essere accolta, tutelata, inclusa, volta verso un recupero di salute, che significa, si incarna nella tutela delle persone con esperienza di sofferenza mentale, diventati cittadini con pari diritti, con pari dignità.

Oggi le regole che partono, che vengono indotte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e che sono messe in pratica, esperimentate, in diverse parti del mondo, parlano di qualità dei Servizi psichiatrici, di buone pratiche basate soprattutto su una rivoluzionaria tutela, implementazione, rafforzamento dei più fragili, dei più deboli, restituendo loro piena personalità.

L’analisi delle opere di Franca Ongaro Basaglia fa giungere all’affermazione della necessità di incidere profondamente nella società odierna attraverso una rivoluzione umanitaria che implica, comporta Salute e Bene-Essere nella/della Comunità.

(lunaelealtre@gmail.com)


(www.libreriadelledonne.it, 19 settembre 2019)

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