18 Settembre 2019

Virtù e Fortuna

di Cristiana Fischer


Care tutte, ho seguito su youtube la riunione di domenica e invio le mie riflessioni.

La riunione di domenica 15 settembre ha “messo i piedi nel piatto” della politica… seconda. Intendo esporre un certo dissenso rispetto alla definizione di colpo di fortuna per la crisi di governo. A meno che la “fortuna” della crisi non indichi solo che la crisi in quanto tale è sempre un di più, un meglio: infatti l’apertura arrischiata per carattere la condivido sempre, quanto al gesto, indipendentemente da cosa venga cambiato per cosa altro.

Invece alcuni interventi sostenevano la fortuna che un governo “di sinistra” abbia sostituito quello populista e sovranista. Metto di sinistra tra virgolette perché da parte mia non credo affatto che l’attuale governo filo-Ue, a indirizzo economico mercantilista, a favore di un’immigrazione gestita da diversi gruppi criminali, per diritti individuali neutrificanti, abbia collegamenti al socialismo o al cattolicesimo sociale.

Bene dice Marisa Guarneri che valuterà la qualità della presenza delle donne nel governo rispetto a come si comporteranno su gpa e prostituzione.

Giusta l’apertura di Lia Cigarini sul fatto che l’unica cultura separata rimasta è quella viva e in movimento delle donne, conflittuale ma senza distruggere l’altro perché relazionale e non antagonista.

Sono meno d’accordo con Luisa Muraro quando, per valorizzare l’esercizio di autorità, cita il discorso di Conte al Senato – però deve riconoscere che ha esagerato; e la guida di Mattarella – però sorvola sui vincoli cui il Presidente della Repubblica si è voluto legare. Ambedue partigiani, hanno parteggiato, l’autorità è venuta loro da poteri esterni. Quindi ha ragione Luisa quando dice che occorre rinforzare da parte nostra la critica ai politici.

Complessivamente condivido la leggerezza scettica di Marina Terragni, mi pare salutare mantenere uno sguardo distante (e da “sopra”) non solo sulla politica che i maschi fanno ma anche sulle trappole in cui si cade schierandosi sulle loro posizioni.

Sia Marina Terragni che Luisa Muraro hanno portato l’attenzione sulle donne che votano Lega, un partito maschilmente organizzato e quasi leninista, che populisticamente si poggia sugli esclusi, e chi più escluse (della maggioranza) delle donne?

Teniamo presenti le opposizioni in cui viviamo: città vs campagna; colti vs analfabeti funzionali; 99% vs 1%; territorio inselvatichito vs urbanesimo malvivibile; disoccupati o gig economy vs schiavi immigrati. Le divisioni sociali sono mondiali e il femminismo vi è coinvolto. Non schieriamoci solo con i salvati.


Massimo Lizzi della redazione del sito commenterà questo intervento (Ndr).


(www.libreriadelledonne.it, 18 settembre 2019)

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