14 Novembre 2019

La psiconalisi: per una politica dell’inclusione


La politica classica si rivolgeva a un individuo dotato di volontà e di ragione. La sfera dell’azione politica era separata da quella del mantenimento della vita, dall’economia: polis e oikos, città e casa erano due spazi distinti. Con la modernità si passa dalla gestione del territorio a quello della popolazione, si entra nel regime che è stato definito biopolitica. Saltano i diaframmi che separano l’azione pubblica dalla vita, e l’individuo non è più quello di una pura razionalità controllata dal volere, perché di lui fanno parte componenti che sfuggono al controllo della ragione, passionali, emotive, viscerali. La vita entra allora nella sfera della politica rendendo insufficienti i dispositivi concettuali tradizionali, come per esempio quelli contrattuali.
Oggi siamo nel tempo di un’altra inclusione. Gli anni Sessanta, con i movimenti che li hanno caratterizzati, ci hanno mostrato l’irruzione del desiderio sulla scena sociale. Al di là dei bisogni si apre una deriva che la società dei consumi ha tentato di riassorbire con l’offerta di merci, esche per catturare il desiderio in finte concrezioni di godimento, da acquistare, gettare e rinnovare continuamente. Sullo sfondo di questa nuova fase c’è evidentemente l’apparizione della psicoanalisi, la cui sola esistenza si ripercuote sul funzionamento della vita collettiva.
Allo stato attuale, in un momento in cui il sovranismo alza la testa, ci troviamo al bivio tra una ricaduta nelle vecchie logiche del discorso del padrone, o una spinta in avanti verso una politica che includa l’inconscio. Ne studieremo la possibilità quest’anno in relazione alle pratiche ovvero ai luoghi operativi in cui ciascuno di noi è impegnato, al legame sociale, il cui concetto è ridefinito dalla psicoanalisi, alla questione della vita, che la biopolitica deve poter pensare nella sua articolazione con il discorso, all’inconscio, senza considerare il quale l’attuale regime neoliberista riduce il mondo a una sfrenata produzione di oggetti-paccottiglia. La scommessa è che una politica dell’inclusione possa produrre soluzioni diverse dalla drammatica forbice che confina oggi la maggior parte della popolazione in condizioni di vita sempre più difficili e di sempre maggior isolamento, dove la solitudine è diventata un problema di cui ci si occupa nei ministeri.


Gli incontri si svolgono a Milano, Società Umanitaria, via San Barnaba 48, Aula Biblioteca del Campo freudiano, 1° piano. Il primo sarà il 29 novembre 2019 ore 20.30: PRATICHE. Partecipano: Vita Cosentino, Riccardo Fanciullacci, Laure Naveau e Giuseppe Salzillo. Coordina Marco Focchi. Ingresso libero.


(www.istitutofreudiano.com, 14 novembre 2019)

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