17 Maggio 2019

TERZO SETTORE. Una frontiera di libertà

di Patrizia Toia


La lettera qui sotto è una lettera di campagna elettorale ma è una lettera importante e la pubblichiamo.


Carissima, carissimo,

negli ultimi tempi si è riacceso il dibattito sul Terzo settore, una straordinaria esperienza italiana, una vera eccellenza del nostro Paese a cui in Europa si guarda come un modello, ma che oggi è bersaglio di ingiusti attacchi da parte di alcuni partiti al governo, come ha denunciato il Prof. Stefano Zamagni, economista e già portavoce dell’Agenzia per il Terzo settore.

Quello su come tutelarlo e valorizzarne i protagonisti è un dibattito appassionante, a cui vorrei contribuire portando la mia esperienza di collaborazione più che decennale con le imprese sociali e solidali. Queste imprese combinano gli obiettivi della società con lo spirito imprenditoriale e, assumendo una varietà di forme e status giuridici – fondazioni, cooperative, associazioni, mutue – operano in moltissimi settori: l’occupazione, i servizi sociali, dell’ambiente, lo sport, l’arte e la cultura. In Europa i soggetti del Terzo settore sono due milioni e impiegano oltre 14,5 milioni di persone, più del 6,5% dell’intera popolazione lavorativa. Anche in Italia i numeri parlano chiaro: il Terzo settore contribuisce significativamente alla nostra economia. Infatti produce da solo lo 0,7% del PIL nazionale, con 800.000 occupati e 6 milioni di volontari, che molto spesso sopperiscono alle inadeguatezze del welfare statale nella cura e nell’assistenza delle persone e delle categorie sociali più fragili.

Altro che “mangiatoia”, come ha colpevolmente affermato qualche ministro! Quello italiano è un modello a cui l’Europa guarda con estremo interesse. Io ho contribuito a dare visibilità al nostro Terzo settore, promuovendo incontri e portando l’esempio di molte buone pratiche sui tavoli europei, in primis al Parlamento. Ne è un esempio il volume “Dallo spreco al dono. Il Modello italiano per il recupero delle eccedenze alimentari”, che è il risultato del lungo percorso europeo fatto insieme agli amici della Federazione europea dei Banchi alimentari.

Con i colleghi dellIntergruppo per l’Economia sociale del Parlamento europeo, di cui sono stata tra i fondatori, sto lavorando da tempo per la creazione di un quadro giuridico specifico dell’Unione Europea per i soggetti del Terzo Settore, per permettere loro di beneficiare del mercato unico. È fondamentale proseguire in questa direzione, perché i dati dimostrano che un’azione specifica potrebbe generare un significativo valore aggiunto economico e sociale e, facilitando l’attività transfrontaliera nel settore, si amplierebbe la scelta per i consumatori e la diversificazione dei servizi offerti. La risoluzione del Parlamento europeo sullo statuto per le imprese sociali e solidali approvata nel luglio 2018 è un primo importante risultato.

Nella prossima legislatura mi impegno a lavorare alla definizione di un “marchio di economia sociale europea” per le imprese sociali e all’attuazione del Programma InvestEU che include le imprese sociali tra i destinatari. Ma se tanto abbiamo fatto per arrivare all’approvazione del Pilastro Sociale Europeo, occorre continuare a lavorare per un “Civil Compact” europeo: ne ho parlato in questo editoriale pubblicato su Avvenire. Ultimo, ma non per importanza, sul piano nazionale deve essere portata a compimento la Riforma del Terzo Settore, avviata dai governi PD. È fondamentale proseguire il lavoro per un’economia sociale che sia integrata e di sostegno a quella finanziaria, per un’Europa più equa, giusta e solidale. E io sono pronta a dare il mio contributo, con il vostro sostegno.


Un caro saluto, Patrizia Toia


(segreteria@patriziatoia.it, 14 maggio 2019)

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