22 Giugno 2018

Argentina. La vittoria delle donne

di Redazione

 

Essere per la depenalizzazione dell’aborto, vuol dire considerare l’aborto un diritto? No. Vuol dire essere contro la vita? No. Vuol dire, precisamente, sostenere questo principio di libertà femminile: non si può obbligare una donna a diventare madre (Nota della redazione del sito della Libreria delle donne).

 

«Il 13 giugno, poco prima che cominciassero i Mondiali, tutti gli occhi dell’Argentina erano puntati su un solo obiettivo. E non era calcistico. Alla camera dei deputati si stava discutendo un progetto di legge per depenalizzare l’aborto entro la quattordicesima settimana di gravidanza e l’esito della votazione non era affatto scontato», scrive Josefina Licitra sul New York Times. Dopo quasi 22 ore di dibattito, «con 129 voti a favore, 125 contrari e un’astensione, la camera ha approvato il progetto di legge che legalizza l’interruzione volontaria di gravidanza. Quando i numeri sono stati resi noti, centinaia di migliaia di donne e uomini che per tutta la notte avevano seguito la discussione in piazza a Buenos Aires, sono esplosi in grida di gioia e applausi», racconta l’attivista e giornalista Soledad Vallejos su Página 12. «L’Argentina è un paese che sarà ricordato per i pañuelos, i fazzoletti indossati dalle sue donne», scrive Sandra Russo sullo stesso quotidiano. «Quelli bianchi portati dalle donne più anziane, oggi quasi novantenni, che hanno vissuto la dittatura militare e quelli verdi delle giovani donne del movimento femminista Ni una menos, che hanno lottato per avere un aborto legale e sicuro. Il loro grido è stato collettivo e trasversale. Queste donne, disposte a portare avanti una battaglia di tante generazioni, dicono quello che pensano, sanno quello che dicono e lottano per conquistarlo. Sono loro la nostra vittoria». La legge deve ancora essere approvata dal senato, dove sarà discussa a settembre. Secondo Josefina Licitra, «l’esito dipenderà anche dal potere di persuasione del presidente conservatore Mauricio Macri, che potrebbe far pendere la bilancia a favore della depenalizzazione. Finora, però, Macri non si è pronunciato. «Sono a favore della vita, ma non impongo a nessuno il mio punto di vista», si è limitato a dire.

(Internazionale 1261, 22 giugno 2018)

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