26 Maggio 2019
Nova Il Sole24Ore

Eleonora, la donna che inventa app

di Gloria Chiocci


Eleonora Gargiulo è la founder di Wher, l’app che permette alle donne di muoversi in città in maniera più consapevole e sicura. Tramite l’app le utenti possono utilizzare sia il navigatore che inserire recensioni sulla percezione di sicurezza delle strade. Wher è stata l’app vincitrice della ING Challenge, tenutasi durante la Milano Digital Week. Ho avuto modo di incontrare e intervistare Eleonora presso Cariplo Factory pochi minuti dopo la premiazione.

Eleonora qual è stato il percorso che ti ha portato a sviluppare Wher?

«Wher è il risultato della fusione tra tutte le mie competenze, ho lavorato in ambiti diversi e da ognuno ho avuto l’opportunità di apprendere. Wher è il risultato della fusione di un’anima sociale – che proviene dai miei studi – e di una legata all’innovazione tecnologica, che proviene dal mio percorso professionale. Mi spiego meglio, mi sono laureata in Psicologia ma la mia passione sono sempre state le metodologie di ricerca qualitativa, campo che ho approfondito e portato all’interno della mia esperienza professionale in ambito Innovation e ICT. Per quattro anni, infatti, ho lavorato nel Laboratorio di Open Innovation di TIM, all’interno del Politecnico di Torino. Un’esperienza entusiasmante, ho avuto la possibilità di progettare dei prodotti innovativi partendo dai bisogni delle persone che li utilizzano, all’interno di un campo di sperimentazione ma soprattutto di fusione di competenze.

Nel Laboratorio collaboravo con figure tecniche, ingegneri informatici, ingegneri gestionali, ingegneri robotici ma anche designer e manager. È stata un’esperienza in cui ho potuto sperimentare tutte le applicazioni dello Human Centered Design realizzando prototipi e progetti sempre diversi. Questo mi ha permesso di imparare molto e di potermi lanciare nel mondo dell’imprenditorialità in ambito tech con Wher. Sentivo di poter mettere insieme tutte le mie competenze e costruire qualcosa che mi rappresentasse a tutto tondo e in cui poter dare spazio a giovani professionisti per crescere raggiungendo insieme gli obiettivi.»

Cos’è per te una città a misura di donna?

«È un sogno, è la visione di Wher, ciò verso cui tendiamo ogni giorno. Una città a misura di donna è una città che tiene in considerazione i modi e i tempi in cui le donne usufruiscono della città, è una città in cui il benessere percepito e la gentilezza – intesa come bellezza dei rapporti umani – vengono valorizzati e realizzati concretamente. Diciamo sempre che se una città è a misura di donna, è a misura di tutti.

C’è molto da raccontare su come le donne vivono le loro città e molto che possiamo contribuire a realizzare con i dati che stiamo raccogliendo. Lo sapevi che solo il 5% dei dati che sono fruiti sulle più comuni app di mappe sono stati inseriti dalle donne? Ecco, noi vogliamo contribuire a realizzare mappe fatte da donne, perché c’è un gap informativo che va coperto e ci dobbiamo pensare noi donne! Il mio team e io ci crediamo fortemente e non siamo i soli, sono molti i progetti che vogliono portare l’attenzione sul punto di vista femminile come Toponomastica femminile o WikiDonne, per fare degli esempi.»

Quant’è importante la community all’interno di Wher?

«La community in Wher è fondamentale, tutto muove da loro, comincia con loro, senza il progetto non sarebbe realizzabile come noi vogliamo che esso sia. Noi progettiamo il nostro prodotto interamente pensando a loro, le conosciamo personalmente, perché vogliamo che abbiano un servizio utile nel quotidiano e loro sono un continuo stimolo a fare meglio. Insomma, un legame indissolubile, siamo un progetto fatto da donne per le donne, la sisterhood è al centro di tutto.»

Obiettivi futuri?

«Vogliamo lavorare bene in una città, portando avanti dei numeri importanti per la nostra start-up. Milano in questo si sta dimostrando nei primi tre mesi di lavoro molto creativa, molto ingaggiata e vogliamo essere all’altezza delle aspettative. Poi ovviamente vogliamo portare il progetto in altre città, ci stiamo già ragionando e soprattutto l’app si arricchirà di molti contenuti.»

Un consiglio che daresti alle giovani donne che desiderano avviare una startup?

«Di farlo subito! Di mettersi in gioco, di mettere sul tavolo tutto quello che sanno fare, di essere sempre aperte, di leggere, di ascoltare, di imparare la resilienza! Sono felice quando sento che l’educazione all’imprenditorialità si sta diffondendo a tutti i livelli educativi, io stessa quando posso racconto ai giovanissimi, ma anche ai miei colleghi startupper, la mia esperienza imprenditoriale. Credo nel potere delle storie, che ispirano e che fanno venire in mente nuove intuizioni, cambi di prospettiva inattesi.»

Ma chi fa parte della community? Sono andata a intervistare anche Giulia Landolina, membro della community, è stata proprio lei a parlarmi per la prima volta di Wher.

Giulia perché utilizzi Wher?

«Mi è stata consigliata da un’amica, ho subito pensato fosse una buona idea oltre che utile! Ho deciso così di scaricarla e utilizzarla, dato che amo viaggiare e spesso mi capita di farlo da sola o con piccoli gruppi di coetanei.

A quali città daresti la priorità?  

«Penso che al momento la priorità sia da dare alle città mete di turismo giovanile, come ad esempio: Roma, Barcellona, Amsterdam e Lisbona. Proprio perché le giovani sono la fascia più vulnerabile. Coperte le città principali mi piacerebbe che venga estesa alle città universitarie e intermedie.»

Grazie Eleonora e Giulia.


(Nova 100, 26 maggio 2019)

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