28 Aprile 2018
Corriere della Sera

I club di lettura? Ora si discute di femminismo

di Greta Sclaunich

Il primo «scaffale condiviso» è stato quello dell’attrice Emma Watson, che nel 2016 ha deciso di aprire un account sul social per bibliofili Goodreads chiamato, appunto, «Our shared shelf» (in italiano, il nostro scaffale condiviso). Con un obiettivo preciso: «Iniziare un gruppo di letture femminista». Oggi, due anni dopo, conta 214 mila membri. E un bel po’ di emuli. Che il club di lettura stia tornando di moda? Lo afferma il femminile francese Cheek Magazine, che sostiene però che i nuovi circoli di lettura abbiano poco a che fare con quelli tradizionali: oggi, più che di letteratura, si discute di femminismo. Che non significa però condividere solo saggi storici su emancipazione e parità. Come dimostra il film Book Club, che segue le vicende di un gruppo di signore della terza età alle prese con 50 sfumature di grigio (uscirà nelle sale americane a metà maggio), si può discutere di femminismo anche analizzando romanzi e best seller, magari erotici.

«Al momento, stiamo lavorando su Il tribunale delle donne. Un approccio femminista alla giustizia, curato dalle Donne in Nero di Belgrado. Un testo impegnativo, difficile da analizzare in un solo incontro. Infatti abbiamo deciso di dedicargli più appuntamenti», spiega Laura Capuzzo, 35enne fondatrice della libreria delle donne di Padova Lìbrati. Il loro club di lettura è uno dei pochi italiani dedicati solo al femminismo: si incontra una volta al mese, alla domenica mattina, e si confronta su un testo. Che può cambiare di volta in volta oppure, come nel caso di quello in lettura ora, venire affrontato in diverse sessioni. Agli incontri, partiti nell’ottobre 2017, partecipano «una trentina di persone, soprattutto donne, di tutte le età: ci sono studentesse universitarie ma anche pensionate», racconta Capuzzo. L’idea del gruppo è nata «quando ci siamo rese conto che fra i vari eventi che organizzavamo mancava uno spazio di discussione politica finalizzato a costruire qualcosa insieme». Visto il successo, le responsabili della libreria guardano avanti: «Vorremmo che questo gruppo diventasse anche luogo di raccolta di proposte per la città». Dalla teoria alla pratica, insomma.

Il prossimo passo di Pasionaria, invece, è spostarsi dal virtuale al reale. Il progetto è nato nel 2014 sul web: la fondatrice Benedetta Pintus voleva costruire un portale italiano di femminismo intersezionale, cioè rivolto non solo alle donne in quanto donne, coinvolgendo anche giovani e giovanissime. Inaugurato un anno fa, il club di lettura è «uno spazio virtuale di condivisione per lo sviluppo di tematiche femministe», come sottolinea Beatrice da Vela, una delle tre amministratrici del sito. È lei, «molto appassionata di lettura», che si occupa in prima persona del club, partito nella primavera 2016. Chiunque può proporre i volumi da leggere: «Ogni mese apro un sondaggio online proponendo quattro titoli, scelti tra quelli segnalati dai lettori. Io li leggo e pubblico una scheda dettagliata per ognuno, così chi vuole partecipare al sondaggio può farsi un’idea senza essere obbligato a leggerli tutti. Dopo due settimane chiudo il sondaggio e controllo il risultato: il libro più votato (di narrativa o saggistica, dipende dai mesi) diventa il testo per la discussione». Finora hanno vinto libri molto diversi fra loro: dal classico Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf al nuovo Ragazze elettriche di Naomi Alderman, passando per Donne che corrono con i lupi di Clarissa Pinkola Estés e I racconti dell’ancella di Margaret Atwood. Una volta decretato il libro del mese, da Vela apre una discussione sul gruppo Facebook dedicato, dove ci sono sia domande sui temi del testo sia approfondimenti sui punti chiave. La discussione va avanti per due settimane, poi viene chiusa. A questo punto, le amministratrici analizzano i vari commenti e li riassumono in una recensione che viene condivisa sul sito di Pasionaria. Gli iscritti al gruppo sono più di mille, ma nelle discussioni «intervengono una cinquantina di persone: pochissimi uomini, la stragrande maggioranza è donna. Ci sono anche giovani delle superiori e over 50, ma lo zoccolo duro sono le trentenni», analizza da Vela. Che anticipa il prossimo passo del club: «Arrivare in librerie e biblioteche con appuntamenti veri».

Non sono molte quelle che hanno pensato di crearne uno ad hoc, infatti. La Libreria delle donne di Milano, per esempio, non ha ancora un suo club di lettura: «I nostri incontri non sono incentrati sui libri ma sulle tematiche analizzate nelle opere», spiega Clara Jourdan, una delle socie storiche dello spazio, fondato nel 1975. Ma chissà, forse in futuro le cose potrebbero cambiare. Di certo alla Libreria non è sfuggito il nuovo interesse delle giovani per i temi legati al femminismo: «Negli ultimi anni — conferma Jourdan — vengono da noi ragazze giovani, anche studentesse delle scuole superiori e universitarie». Per loro, a sorpresa, niente testi moderni o romanzi alla moda. L’autrice più richiesta è l’italiana Carla Lonzi, «una delle preferite dalle giovani che si avvicinano al femminismo e cercano prima di tutto figure di riferimento nel panorama letterario nostrano».

(Corriere della sera, 28 aprile 2018)

Print Friendly, PDF & Email