28 Marzo 2020
il manifesto

Il mondo in pericolo e la lungimiranza femminile

di Sarantis Thanopulos e Annarosa Buttarelli


Sarantis Thanopulos: «Annarosa, la principale misura del governo per fronteggiare il Coronavirus è stata la quarantena collettiva: un cambiamento pesante della nostra vita. Sul piano psicologico è evidente l’aumento dell’angoscia e della depressione nei cittadini, provati, peraltro, da una grande incertezza sui tempi degli effetti desiderati. È altrettanto evidente il rischio che la quarantena fisica si trasformi in quarantena psichica. Se dalla situazione attuale non usciremo con la consapevolezza che il mondo attuale va radicalmente ripensato, le emergenze, di vario tipo, diventeranno la nostra vita quotidiana e l’autoritarismo avrà la meglio sulla democrazia. In una tua intervista hai condannato lo stile violento e suicidario delle forme virili di governo, oggi di nuovo nudo. Come pensi che possa fare al loro posto la “lungimiranza femminile?”».
Annarosa Buttarelli: «Caro Sarantis, che bello tornare a dialogare con te e con i lettori de il manifesto. Nel presente storico mi faccio un obbligo di non criticare, nel bene o nel male, ciò che stanno facendo i nostri governanti. Penso che facciano al meglio quello che possono e forse anche qualcosa di più. Tuttavia, si può notare che, in un’emergenza estrema come quella che stiamo vivendo, in Italia tutta la catena di comando ritorna saldamente in mano agli uomini. Le donne fanno la loro parte al “fronte”, come in ogni grave momento storico.
Questa banale osservazione non è già più banale, se consideriamo che questa fenomenologia, maschi al comando, donne a darsi da fare al confine tra vita e morte, è ripetuta in ogni momento in cui c’è un’emergenza o una guerra di liberazione (a parte oggi le combattenti curde), o una rivoluzione vecchio stile. Tutto ciò non mi fa essere così ottimista verso un futuro post-apocalittico completamente differente rispetto al vecchio mondo. Ho definito “lungimiranza femminile” tutta la serie di profezie di filosofe e/o donne comuni che hanno previsto come sarebbe andata a finire a causa dell’illimitata hybris dei maschi al potere e del loro disastroso pensiero dicotomico.
Penso che Hegel si è sbagliato quando affermava che bisogna che “scoppi il cuore del mondo” perché l’umanità faccia un passaggio di livello di coscienza. Spero che sia così, nel prossimo futuro, ma il buongiorno si vede dal mattino».
Sarantis Thanopulos: «Ho capito cos’è la lungimiranza femminile mentre mia madre prendeva cura della tomba di suo fratello conversando con me amabilmente. Il piacere del vivere nel momento della cura affettuosa della persona amata con cui non si può essere più in contatto fisico. L’incontro tra gli amanti e tra gli amici, l’ascolto di un concerto, l’andare al teatro o al cinema, o in chiesa, il prendere il caffè in compagnia di sconosciuti familiari, non sono “abitudini” da cambiare ma il manifestarsi della vita che può essere limitato per necessità esterne, ma deve resistere forte dentro di noi.
Solo il nostro femminile può ribellarsi alle “virili” abitudini suicide della memoria corta, dell’uso strumentale degli altri e dell’ambiente, dell’isolamento iper-comunicante che ci fa perdere le cose belle della realtà e ci nasconde i suoi pericoli (finché non ci sbattiamo sopra)».
Annarosa Buttarelli: «Parlando di lungimiranza femminile, intendevo anche quello che tu hai compreso osservando tua madre. Hai scritto, per due volte, “cura”, parlando di lei: la sapienza femminile si è da sempre resa visibile – chi ha occhi per intendere… – prendendosi cura del vivente e di ciò che lo fa vivere, nel modo migliore possibile. Andare a teatro, al cinema, in chiesa, leggere un libro, ascoltare una buona conferenza… sono tutte attività tenute in vita dalle donne, se sono vere le statistiche che vi rilevano la frequenza tra il 70 e l’80% di pubblico femminile.
Ma c’è molto altro che riguarda la “lungimiranza delle donne”. Continuiamo la prossima volta»


(il manifesto, 28 marzo 2020)

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