5 Dicembre 2018
L'Attacco

Il primo dicembre a Roma, Casa internazionale delle donne

di Katia Ricci

 

Sabato 1 dicembre presso la Casa internazionale delle donne di Roma si è tenuto il Convegno La civiltà è nelle mani delle donne. Oggi più che mai: facciamoci avanti. La Sala Lonzi era straripante di donne venute da ogni parte d’Italia, tra cui un buon numero della Merlettaia di Foggia, come è avvenuto in molte manifestazioni contro le politiche governative e il tentativo di imporre leggi e atteggiamenti improntati a misoginia, nonostante ci sia, e forse proprio per questo, un protagonismo femminile diffuso e potente, come è risuonato in molti interventi. Per Alessandra Bocchetti che ha introdotto insieme a Cristina Gramolini e Marina Terragni, la situazione generale è scadente, c’è una ripresa della misoginia arrogante e aggressiva (vedi decreto Pillon). La politica si sta rimascolinizzando, e il PD ha divorziato dalle donne, le quali a loro volta lo hanno abbandonato e per questo perde voti e consensi. Eppure in ogni settore della vita c’è una forte attività di donne, ovunque sono in maggioranza. Le difficoltà principali: prostituzione e maternità surrogata (che il PD vorrebbe legalizzare, vedi Giudice); il “femminismo di stato” che punta sulla donna come vittima. Secondo Cristina Gramolini gli uomini favorevoli alla GPA (utero in affitto) dicono che la maternità è solo cura, parlano di mistica della maternità, ma in realtà viene annullata la relazione materna. Sulla GPA pochi sono favorevoli, poche dicono che è lo scadimento dell’umanità, in mezzo il silenzio. Quel silenzio non è assenso, ma incertezza, dobbiamo chiamare alla parola quel silenzio. E dobbiamo respingere l’ingombro degli uomini femministi. Nell’intervento di Luisa Muraro risuona la necessità di stare nelle tematiche attuali mettendo in gioco il senso libero della differenza sessuale senza cadere nelle strane teorie che mettono tra parentesi l’essere corpo. Se non si tiene conto della differenza viene fuori una grande confusione. Confusione e disinformazione di cui è piena molta stampa italiana che spesso tace sulle numerose e affollate manifestazioni di donne degli ultimi tempi. Se alcune hanno proposto di creare liste di donne alle prossime elezioni europee, tra cui l’ecofemminista Laura Cima per una piattaforma politica di tutti i paesi Europei, altre, come Anna Rosa Buttarelli, ritengono che questo momento di difficoltà della politica generale non si risolve entrando nelle varie istituzioni e nei luoghi decisionali. Infatti è stata feconda l’estraneità e la separazione da quei luoghi per la crescita delle pratiche politiche delle donne. Non basta fare resistenza, come non è mai bastato, precisa Luisa Muraro, ma elaborare e diffondere le analisi e le narrazioni della realtà che le donne hanno saputo e sanno fare per dialogare con le giuste ragioni popolari e non lasciare spazio a forze reazionarie che usano il linguaggio sovranista. Per Bocchetti è necessario realizzare un soggetto politico femminile che intersechi la politica istituzionale.

Bisogna dire la verità rispetto al mondo, dice Marina Terragni, estendendo a tutti gli ambiti della vita la narrazione del Metoo, perché gli uomini hanno organizzato il mondo sul non dire la verità servendosi del linguaggio politicamente corretto che neutralizza e svuota i discorsi. Importante è continuare a essere in rete ed allargarla, dialogando con tutte le varie posizioni del movimento, ma facendo chiarezza sul rifiuto della GPA, la prostituzione, la tratta e ogni forma di sfruttamento del corpo delle donne che nulla hanno a che fare con la libertà femminile. “Noi non interessiamo alla politica degli uomini, ma quella politica non interessa a noi”, ha detto Marina Terragni, una delle promotrici del convegno, che da anni svela la trappola della GPA per le donne. Contrarietà all’utero in affitto anche nell’intervento di Aurelio Mancuso, ex presidente di Arcigay e leader di Equality: “È un crimine contro l’umanità quello che avviene nei Paesi poveri come l’India, dove le donne per miseria vengono sfruttate”. Molti secondo lui sono i gay contrari, che però tacciono per timore di essere messi al bando da quanti sono favorevoli, ma ritiene che oggi il conflitto deve essere sempre più esplicito. Molti gli interventi di giovani donne di vari collettivi, come Radfem, agguerritissime ed entusiaste, che hanno denunciato l’ostracismo in piazza da parte di Non una di meno e le ambiguità di Se non ora quando e dichiarato di sentire il bisogno di un rilancio del femminismo unitario e plurale, che metta al centro la forza femminile contro la mercificazione del corpo delle donne e le mistificazioni del queer. Bisogna capire che cosa è in gioco nella GPA: non solo l’integrità della donna e del bambino, ma l’idea stessa di progressismo che si è imposta negli ultimi decenni. L’integrità del corpo delle donne 20 anni fa sarebbe stato considerato scontato, oggi non lo è più. Chi è contraria alla GPA e alla legalizzazione della prostituzione è additata come sessuofoba e bigotta. C’è un’urgenza di carattere politico per le donne, perché rischiamo di essere “mangiate” da una politica informe e scadente (Francesca Izzo di Se non ora quando libere). Se le donne si sono affermate in ogni campo e sono in maggioranza, ci si chiede, come è possibile che la politica sia così scadente e misogina? Quale può essere il collante tra le donne? Molti gli interventi che invitano all’unità e le proposte per la costruzione di una rete aperta per continuare a costruire relazioni, progetti e percorsi comuni, facendo però chiarezza sui concetti essenziali e lavorando sull’informazione, che nella maggior parte dei casi tace sulle iniziative, le manifestazioni e le parole delle donne.

L’assemblea si è chiusa con un breve comunicato

Per un femminismo unito e plurale, che tenga al centro
la libertà femminile e di tutti, la giustizia e il rispetto
della dignità umana
contro la violenza maschile
contro ogni forma di mercificazione della vita

(come utero in affitto, prostituzione e tratta)
contro le mistificazioni queer
Una RETE nazionale e internazionale per una libera soggettività femminile che metta in comune iniziative e imprese. Resistere non basta e non è mai bastato.
È necessario costruire insieme. Il momento è adesso.

 

(L’Attacco, Foggia, 5 dicembre 2018)

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