16 Settembre 2016

Dilma Rousseff. São Paulo, settembre 2016.

di Mirella Manfredi


Da italiana, conosco bene le emozioni suscitate da una donna che riveste una carica istituzionale, ma mi sono chiesta quali fossero le radici culturali di questi sentimenti in un paese come il Brasile, diverso per molti aspetti dall’Italia. In particolare, ho cercato di capire cosa rappresentasse una donna come Dilma Rousseff in una certa cultura brasiliana.

Mi sono confrontata con donne brasiliane per saperne di più e capirci meglio. Fabiana Barbosa, femminista e studiosa del femminile, mi spiega che la società brasiliana è stata ed è tuttora fortemente influenzata da una cultura colonialista, ancora oggi presente nella società sotto forma dominio della classe alta nei confronti della bassa così come del maschile nei confronti dei femminile.

Secondo Fabiana, l’origine di questa cultura è da rintracciare nei primi incontri avvenuti in epoca colonialista tra i rappresentati della morale occidentale e gli indigeni brasiliani. In particolare, alcune donne indigene, le sacerdotesse, conoscitrici degli elementi della natura, sarebbero state perseguitate dai colonizzatori europei cattolici in quanto detentrici di un potere pericoloso che ne minacciava l’autorità. Inoltre, nei diari di viaggio di avventurieri e colonizzatori europei si ritrovano racconti relativi ai comportamenti e costumi delle donne appartenenti a una tribù indigena, i Tupinambá, giudicati selvaggi e immorali. Da queste relazioni si diffuse nella cultura patriarcale colonialista che si stava via via radicando nel “nuovo mondo” un’immagine negativa della donna brasiliana, considerata libera, dalle pratiche animalesche, da soggiogare e plasmare secondo il modello di donna presente nella cultura europea.

L’intolleranza nei confronti di una donna libera, di potere, non compiacente verso il maschile come Dilma, potrebbe quindi avere radici culturali profonde, radici, ahimè, ancora ben stabili e resistenti all’interno di un certo suolo brasiliano. È indubbio che il processo di impeachment, oltre che sul piano politico, si è svolto anche e soprattutto sul piano del simbolico.

Il percorso di trasformazione e di ritorno a una natura più autentica del femminile si è apparentemente interrotto sulla scena della politica seconda a causa delle sue (inevitabili) fragilità e ambiguità. Ma continua fecondo e attivo in contesti che nascono e vivono attraverso le relazioni e la pratica della politica delle donne.

 

Mirella Manfredi, PhD
Cognitive and Social Neuroscience Laboratory

Center for Health and Biological Sciences,

Mackenzie Presbyterian University

Rua Piaui, 181
01241-001 São Paulo, Brazil


(www.libreriadelledonne.it, 16/9/2016)

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