19 Settembre 2017
L'Osservatore romano

Donna di singolare attualità


Gli «odierni spostamenti epocali di popolazioni, con le tensioni che inevitabilmente si generano», fanno di Francesca Saverio Cabrini «una figura singolarmente attuale». Lo scrive Papa Francesco nella lettera inviata a suor Barbara Louise Staley, superiora generale delle missionarie del Sacro Cuore di Gesù, in occasione del centenario della morte della santa patrona degli emigranti.

Unendosi spiritualmente alle religiose dell’istituto — riunite in assemblea generale dal 17 al 23 settembre a Chicago — il Pontefice ricorda la specificità della vocazione di madre Cabrini: «Formare e inviare per tutto il mondo donne consacrate, con un orizzonte missionario senza limiti, non semplicemente come ausiliarie di istituti religiosi o missionari maschili, ma con un proprio carisma di consacrazione femminile, pur in piena e totale disponibilità alla collaborazione sia con le Chiese locali che con le diverse congregazioni che si dedicavano all’annuncio del Vangelo ad gentes». Una consacrazione «limpidamente missionaria e femminile» scaturita in lei, sottolinea Francesco, «dall’unione totale e amorosa con il cuore di Cristo, la cui misericordia supera ogni confine».

Testimoniata dalla sorprendente messe di opere avviate in Italia, Francia, Spagna, Gran Bretagna, Stati Uniti, America centrale, Argentina e Brasile, l’«ansia evangelizzatrice» della religiosa si è concentrata su «quelle che oggi chiameremmo le periferie della storia». E così è nata la sua «dedizione totale e intelligente verso gli emigranti»: dedizione che si è nutrita di «attenzione alle situazioni di maggiore povertà e fragilità, come gli orfani e i minatori», ma anche di «una lucida sensibilità culturale, che, in continuo dialogo con le gerarchie locali, si impegna a conservare e ravvivare nei migranti la tradizione cristiana recepita nei paesi d’origine», offrendo al tempo stesso «le strade per integrarsi pienamente nella cultura dei paesi di arrivo».

In questo modo, ha osservato il Papa, «la vitalità umana e cristiana dei migranti diventa un dono per le Chiese e i popoli che accolgono». Visione ancora oggi di grande attualità se si considera che «le grandi migrazioni odierne necessitano di un accompagnamento pieno di amore e intelligenza come quello che caratterizza il carisma cabriniano, in vista di un incontro di popoli che arricchisca tutti e generi unione e dialogo e non separazione e ostilità». Da qui l’auspicio del Pontefice che l’istituto possa «ricevere un’abbondante effusione dello Spirito Santo, che ravvivi la fede e la sequela di Cristo secondo il carisma missionario della fondatrice; e spinga anche numerosi fedeli laici a condividere e sostenere la vostra azione evangelica nell’attuale contesto sociale». Auspicio unito all’assicurazione della preghiera, «sia perché — spiega Francesco — la figura di madre Cabrini mi è da sempre familiare, sia per la speciale sollecitudine che dedico alla causa dei migranti».

 

(l’Osservatore romano, 19/09/2017)

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