1 Maggio 2013

Governo Napolitano-Letta. Più giovani, più donne: a fare che cosa?

di Luisa Muraro

Su Le monde ho letto: eleggere capo dello Stato un quasi nonagenario è disperazione politica. Più banalmente, io ci vedo la voglia di durare che pervade il ceto politico, da Renzi in su.

Le donne per ora sembrano non affette da questo morbo, Emma Bonino a parte.

A proposito di donne: meno male che non sono giovane, ho pensato, il disagio sarebbe stato doppio a dover fare da immagine di copertina di un governo chiamato “governo politico”, almeno c’è l’aggettivo. Donne e giovani, mai così tanti al governo, hanno ripetuto i giornali. A fare che cosa, esattamente? Come se ritrovarsi in qualche percentuale fosse avere esistenza.

Nel febbraio scorso abbiamo votato per il cambiamento e questa sarebbe la risposta. Non sono la sola ad essere arrabbiata, siamo milioni direi e la ragione, più forte della crisi che non passa, sta proprio nell’essere costretti a partecipare alla commedia così vecchia e mal recitata del cambiamento per finta.

E a proposito di Emma Bonino. Ha dei meriti, cioè alcune caratteristiche che, al confronto dei suoi pari, brillano giustamente come meriti: il suo nome non è mai entrato in affari sporchi; sulla scena internazionale si presenta bene; non appartiene alla specie dominante nel governo Letta, quella degli ex democristiani. Meriti femministi? Nel senso ottocentesco della parola: parità e diritti, sì.

Ma l’hanno fatta ministra degli esteri: che cosa c’entra? Forse non c’entra, però va bene lo stesso. Da molto tempo ormai l’Italia non ha più una sua politica estera e fa quella dei suoi “alleati”. Da questo punto di vista Emma Bonino è perfetta, perché lei sta con la civiltà, cioè con l’Occidente, anzi con gli Usa. Quando gli Usa, sotto la presidenza Bush, hanno scatenato le guerre che non sono riusciti né a vincere né a perdere né a finire, in Afganistan e in Iraq, Bonino si è messa a sventolare la bandiera stelle e striscie; ha smesso solo quando hanno smesso gli Usa. Inutile dire che lei è sempre stata dalla parte d’Israele: i diritti del Palestinesi possono aspettare, ammesso e non concesso (da lei) che ne abbiano.

Oppure, sono domande inutili? Nel senso che le nomine sono state fatte per un effetto d’insieme e non per essere calzanti con l’ufficio assegnato. In effetti, questo governo, che non a caso ha ricevuto tanti nomi, non è un governo vero e proprio, il suo compito essendo, tutti lo sanno ma non si può dire, assicurare l’impunità a Berlusconi. Quando si pesta una cacca, se non puoi cambiarti le scarpe, te la porti dietro: è capitato all’Italia. Il resto lo fanno i mercati, lo fa l’Europa e poi c’è sempre Napolitano. Forse Le monde aveva ragione. (Luisa Muraro)

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