30 Giugno 2014
Internazionale

«I progetti delle donne superano quelli degli uomini»

di Annamaria Testa

 

A fare questa affermazione è la GfK Eurisko, la maggior azienda italiana di ricerche di mercato, in apertura della newsletter di luglio.

Non è sorprendente che i ricercatori prestino attenzione all’evolversi dell’universo femminile: da una parte le scelte di consumo riflettono stili di vita e sistemi di valori e cambiano insieme a questi. Dall’altra, già nel 2012 la ricerca Cermes Bocconi conferma che le donne sono responsabili o influenzatrici del 94 per cento degli acquisti di alimentari, prodotti per la casa e cosmetici, e del 64 per cento degli acquisti di beni e servizi durevoli (banche, assicurazioni, utenze): dunque, conviene osservarne gli umori e le propensioni con un’attenzione speciale.

Non è nemmeno sorprendente il fatto che in una situazione di crisi, le donne si dimostrino più resilienti. Reagiscono meglio le imprenditrici anche se ottengono meno finanziamenti degli uomini, e reagiscono meglio le madri di famiglia.

È invece sorprendente che, come segnala l’Eurisko, le italiane – che non vivono certo in un ambiente favorevole – siano sopra la media rispetto alle donne europee su tutti gli indicatori che riguardano il perseguimento del benessere sociale e personale.

Dovrebbe risultare sorprendente (ma, purtroppo, non lo è per niente) il fatto che le imprese, i mass media, le amministrazioni territoriali fatichino così tanto a intercettare il nuovo protagonismo femminile (che, non dimentichiamolo, deriva anche dal recente, massiccio accesso delle donne all’istruzione) e a usarlo, in senso buono, come leva per lo sviluppo: stentano a offrire rappresentazioni, ruoli, servizi, prodotti, contesti adeguati alle donne di oggi.

Risultato per le donne (e sì, anche per gli uomini, costretti in una crisi d’identità per uscire dalla quale esistono pochi modelli consolidati): un di più di fatica, peso, frustrazione, solitudine e spaesamento.

La possibilità di operare un importante ribaltamento della situazione è lì, facile da intuire: sta in una nuova alleanza tra universo maschile e femminile (e tra donne e uomini nuovi) e nel reinventare ruoli e relazioni al di fuori degli schemi, degli stereotipi e dei luoghi comuni. Se i ragazzini delle scuole superiori, almeno i più avveduti, ci sono già arrivati e non stentano ad avere rapporti del tutto paritari e solidali, a molti adulti intrappolati nelle consuetudini farlo sembra più difficile.

I ragazzini cresceranno, e le cose cambieranno di sicuro. Ma sarebbe bello e sommamente appagante per tutti che cambiassero prima. […]

(Internazionale, 30 giugno 2014)

http://www.internazionale.it/opinioni/annamaria-testa/2014/06/30/di-donne-uomini-e-progetti/

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