12 Aprile 2016
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Il Rapporto di Cécile Kienge sul problema dell’immigrazione (Lettera dall’eurodeputata Patrizia Toia)


[…] Oggi (12 aprile 2016) in Aula a Strasburgo abbiamo discusso e approvato a larga maggioranza (459 sì, 206 no, 52 astenuti) il rapporto della collega Cécile Kyenge (che ringrazio per l’ottimo lavoro fatto) sulla situazione del Mediterraneo e il fenomeno immigrazione, un testo molto buono che contiene moltissime indicazioni che come Pd da tempo cerchiamo di portare avanti. Si tratta di un rapporto completo che affronta con approccio olistico cioè globale tutte le azioni che vanno fatte.

[…] Qui trovate i 10 punti chiave del rapporto e a questo link, a partire dalla giornata di domani, il testo approvato: http://www.europarl.europa.eu/plenary/it/texts-adopted.html

1) Attuare il principio di solidarietà. Tutto ruota intorno a questo principio. L’Europa si doti di un sistema coerente basato sull’attuazione del principio di solidarietà e la piena condivisione delle responsabilità tra tutti gli Stati Membri, su tutti i fronti, principi previsti dal Trattato di funzionamento dell’Unione, ma rimasti inattuati.

2) Archiviare Dublino: accoglienza. Il sistema creato dal regolamento di Dublino ha fallito alla prova: va superato il criterio dello Stato di primo approdo competente nell’accoglienza. Propongo un sistema di accoglienza europeo: non si presenti più una domanda di asilo all’Italia o alla Grecia, ma all’Unione Europea.

3) Sistema di ricollocazione permanente e vincolante. Il Parlamento europeo ha chiesto fin dal 2009 un meccanismo vincolante per la distribuzione dei richiedenti asilo fra tutti gli Stati membri. Gli Stati membri devono adempiere ai propri obblighi di ricollocare i richiedenti asilo all´interno dell’Unione Europea. Il Consiglio UE ha deciso nel 2015 il trasferimento di richiedenti protezione internazionale dalla Grecia e dall´Italia in altri Stati Membri ed e´ stata realizzata solo in minima parte.

4) Creare corridoi umanitari. Il Rapporto sancisce la necessità di un meccanismo vincolante di reinsediamento di un numero considerevole di richiedenti asilo direttamente dai campi profughi dei Paesi Terzi agli Stati Membri, i cosiddetti “corridoi umanitari”.

5) Rafforzare ricerca e soccorso. Chiediamo di rafforzare le capacità di ricerca e soccorso e chiediamo ai governi degli Stati membri di mobilitare maggiori risorse, tanto in termini di assistenza che di mezzi finanziari. Abbiamo anche previsto un capitolo specifico destinato alla protezione dei minori, anche alla luce degli ultimi dati pubblicati dall’UNHCR: a febbraio 2016 il 22% di arrivi in Grecia via mare è rappresentato da donne e il 40% di arrivi da bambini.

6) Attivare visti e ammissioni umanitarie. Fondamentale l’attivazione dei visti umanitari, tema rilanciato per la prima volta, cioè la possibilità per i richiedenti protezione internazionale di chiedere il visto direttamente alle ambasciate e ai consolati degli Stati membri nei Paesi fuori dall’UE. Una volta concesso il visto umanitario, il beneficiario potrà recarsi nel paese la cui Ambasciata ha rilasciato il visto, per poter lì espletare le procedure di richiesta di asilo o protezione internazionale.

7) Salvare Schengen. Indichiamo la chiave di soluzione per salvare la grande conquista di libertà che è Schengen, sinonimo e simbolo del sogno europeo: la gestione comunitaria delle frontiere esterne dell’Europa accelerando l’istituzione della Guardia Costiera e di Frontiera europea.

8) Aprire canali legali d’immigrazione. Governare e gestire responsabilmente il fenomeno migratorio esige anche l’apertura di canali regolari di immigrazione legale verso l’Europa. Invitiamo perciò la Commissione a presentare una proposta di modifica della cosiddetta Blue Card, lo strumento con quale si offre un canale privilegiato di immigrazione economica specializzata verso l’Europa.

9) Attuare politiche di Integrazione. Siccome l’integrazione rappresenta la chiave per il successo di una futura politica migratoria comune abbiamo incoraggiato gli Stati membri a mettere in atto tutte le politiche di integrazione per i cittadini dei Paesi terzi. Invitiamo gli Stati membri ad applicare correttamente l’articolo 15 della Direttiva Accoglienza e garantire la possibilità di accedere al mercato del lavoro ai beneficiari di protezione internazionale entro 9 mesi dalla richiesta d’asilo.

10) Agire sulla cause profonde dell’immigrazione. Proponiamo che l’Unione Europea e gli Stati membri si dotino di una strategia a lungo termine per agire sulle cause profonde dell’immigrazione cooperando con i Paesi terzi, valorizzando tutti gli strumenti già disponibili. Serve una strategia che rafforzi il partenariato e la cooperazione con i principali paesi d’origine, transito e destinazione.

Inoltre, chiediamo che il 3 ottobre, anniversario della tragedia di Lampedusa, sia riconosciuto come Giorno della Memoria, per tutte le donne, uomini e bambini che sono morti nel tentativo di lasciare il proprio Paese a seguito di persecuzioni conflitti e guerre, e per chi ogni giorno rischia la vita per salvarli.

[…]

Patrizia Toia

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