31 Marzo 2017
27esimaora.corriere.it/

Illuminare le differenze e passione politica sono strumenti per una società di pari differenti

di Giordana Masotto



[ndr:In arrivo dagli Usa, sabato 8 aprile sarà presente alla Libreria delle donne di Milano Breanne Butler, una delle coordinatrici dell’imponente manifestazione Women’s March to Washington del 21 gennaio 2017. In vista dell’incontro può essere utile condividere alcune riflessioni che avevo pubblicato sul sito 27ora partecipando a un dibattito in vista delle manifestazion dell’8 marzo (Giordana Masotto)]

Dalle molte analisi seguite alle stupefacenti manifestazioni statunitensi (e non solo) del 21 gennaio 2017 emerge un elemento forte che va correttamente interpretato: le donne hanno esercitato leadership, hanno potuto trascinare e riunire le forze sparse dell’opposizione a Trump, perché vengono da una storia articolata e ricca di differenze. Non: nonostante le loro differenze.

In quel contesto si usa spesso il termine intersectional, concetto che viene da lontano. Nel 1989, quando è stato creato, serviva a connettere i due paradigmi razza/gender nella condizione delle donne nere: infatti il problema era che potevano difendersi dalla discriminazione o come donne o come nere, ma non come donne nere. Da allora il concetto ha continuato a lavorare per connettere le diverse anime femministe che si sono sempre scontrate nella storia Usa. Ed è quindi tornato particolarmente utile per uno scopo preciso: dare una risposta quanto più forte, visibile e trasversale al trauma della vittoria di Trump. Che rappresenta un duro colpo anche (ma non solo) a quel femminismo diffuso cui ha fatto appello nella sua campagna Hillary Clinton. Negli Usa il femminismo è un trend forte che attraversa contesti e consapevolezze diverse: espressione di una società in cui, ad esempio, le donne single sono diventate una maggioranza. Come ha scritto Rebecca Traister, siamo nel tempo del potere delle donne single, molto corteggiate dalla politica e più ancora dal marketing che, com’è noto, è più svelto a reagire.

Dunque proprio le molte anime del movimento delle donne sono state lo strumento migliore per raccogliere la protesta antiTrump, antimisoginia e antirazzismo.

Io credo che in questa trasversalità si radichi il vigore perdurante del femminismo. È una forza che si nutre dell’inesauribile processo della presa di libertà delle donne.

Ma se le donne non sono una categoria omogenea (l’intersectionality delle statunitensi; in Italia abbiamo lavorato sul concetto di differenza che attraversa le singolarità) è importante continuare a lavorare sulle conseguenze politiche di quel concetto. Continuando ad andare oltre l’eccezionalità della risposta antiTrump e di altre necessità eccezionali che si manifestano in massa, come sta accadendo.

Una politica che duri e che è durata in tutti questi decenni richiede che si preservino le diversità, si vedano senza timori le disparità, si cresca nella capacità di gestire conflitto e contrattazione. E si portino queste capacità in tutti i luoghi: lavoro, cultura, istituzioni, relazioni.

Per questo alla domanda “fino a che punto siamo disposte a superare le differenze, le tensioni, le distanze tra noi pur di restare un corpo unito?” rispondo che le differenze – le donne lo sanno sulla propria pelle – non sono mai un prezzo da pagare per mantenere l’unità. Sono ricchezze da illuminare e da mettere al lavoro. Come? Con una pratica che è di natura politica non perché vuole smussare, accontentarsi per il bene superiore dell’unità, ma perché vuole interpellare anche tutte quelle singolarità che “si fanno avanti” (il Lean-In della Sandberg), fa aumentare la consapevolezza, crea connessioni inedite, non si sottrae al confronto serrato, affronta e gestisce i conflitti, dà strumenti per far mettere radici ai cambiamenti e alle conquiste individuali. E questo avviene già, in generazioni diverse, nelle aziende e nel sindacato, nel lavoro autonomo, tra le donne che hanno passione politica e vogliono dare a donne e uomini strumenti nuovi per una – inedita – società di pari-differenti.

(27esimaora.corriere.it, 7 marzo 2017)

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