5 Luglio 2014
Il Quotidiano del Sud

In Calabria la svolta è donna

di Franca Fortunato

 

La vera e unica svolta in Calabria è donna, lo hanno dimostrato le tante donne che in questi ultimi dieci anni hanno amministrato tanti Comuni della nostra regione, mettendo in campo, più degli uomini, pratiche di buona politica. Ma i partiti sembrano non accorgersene, né a destra né a sinistra. Le donne, fuori da relazioni strumentali, loro non le vedono, non le pensano, non le concepiscono, non le riconoscono. A destra, in Forza Italia, c’è una donna che io stimo molto, anche se non l’ho mai votata, l’attuale Commissaria della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro che, con il coraggio e la coerenza che la contraddistinguono, ha sfidato gli uomini della sua coalizione autocandidandosi alle primarie come presidente della Regione. Gli uomini di quella parte politica o fanno finta di essere d’accordo o apertamente la ignorano e lavorano per sé o per candidare altri uomini. Ciò che sorprende è che a guidare quel partito come coordinatrice regionale è una donna, Iole Santelli, che non mi risulta abbia mai fatto il nome di Wanda ai vari tavoli di discussione. Da lei sono venuti solo nomi di uomini. Perché?

Eppure Wanda è – come si dice – una candidatura forte. È una donna autorevole, gode di grande consenso, dentro e fuori il suo partito e la coalizione di centrodestra. È donna delle istituzioni e di partito, che non ha mai fatto della sua appartenenza un ostacolo o una barriera al confronto con altre donne e uomini. Ha una grande esperienza amministrativa, quindi ha competenza. Non ha mai accettato di essere nominata, con lei le quote rosa non hanno avuto grande fortuna. Ha sempre cercato il consenso elettorale, mettendosi in gioco personalmente. È partita dal fare la Consigliera di quartiere ed è arrivata alla presidenza della Provincia, passando per il Consiglio e la Giunta comunale di Catanzaro. È un’ottima amministratrice, competente, onesta e appassionata della politica. Cosa le manca, per la Santelli, per essere la donna giusta al posto giusto? Riconoscere da parte di una donna il valore di un’altra è il modo per dare valore a se stessa e fare circolare autorità femminile.

A sinistra la situazione è ancora peggio. Nessuna donna si è fatta avanti e dagli uomini sono venute solo candidature di altri maschi. Alla faccia del nuovo!! Che cosa aspettano le donne ad autocandidarsi, a far saltare i tavoli e i disegni dei maschi? Due donne, Elisabetta Tripodi, sindaca di Rosarno, e Annamaria Cardamone, sindaca di Decollatura, ritengo abbiano le carte in regola per fare le Presidenti della Regione. Due buone amministratrici, competenti, coraggiose, oneste, appassionate della politica e della Calabria. Donne affidabili, maestre di pratiche di buona politica. Elisabetta dal 2011 vive sotto scorta per aver preteso l’applicazione della legge contro una delle cosche mafiose più potenti di Rosarno, i Pesce. La stessa cosca che ha subito duri colpi per opera di un’altra donna, questa volta della famiglia, Giuseppina Pesce, divenuta collaboratrice di giustizia, che ha mandato in carcere anche la madre e la sorella. Elisabetta in questi anni ha tenuto testa a quanti, una volta eletta, hanno lavorato per farla dimettere perché nei loro piani doveva durare solo sei mesi. Lei e Anna Maria Cardamone hanno tutto quello che ci vuole per essere una buona presidente della Regione, capacità, competenza, passione, buona esperienza amministrativa, coraggio e forza. Donne intelligenti di cui gli uomini del Pd, forse per questo, fanno finta che non esistano, le ignorano, chiusi come sono nei loro giochi e giochini di potere.

A queste donne dico, fate un passo avanti d’autorità. Autocandidatevi e tante vi seguiranno, perché in questa regione le donne sono stufe del narcisismo e dell’autoreferenzialità di uomini, amanti più del potere e del denaro che della politica e della Calabria. Il resto lo costruiremo insieme, strada facendo.

(Il Quotidiano del Sud, 5 luglio 2014)

Print Friendly, PDF & Email