19 Luglio 2019
Corriere della Sera

La forza del #metoo: un’influenza positiva sul mondo del lavoro

di Dario Di Vico


Si sta avverando la profezia della sociologa Beverly Silver della Johns Hopkins di Baltimora che, intervistata di recente da Sette, sosteneva come la vera traccia che avrebbe lasciato il #metoo alla fine non avrebbe riguardato il mondo delle celebrities quanto le normali lavoratrici. La conclusione del caso che ha visto come imputato Kevin Spacey sembrerebbe confermarlo indirettamente. Il #metoo uscirà forse dalle prime pagine ma nel frattempo ha influenzato positivamente le relazioni di lavoro, ha cambiato i rapporti di forza in materia di molestie sessuali realizzando nei fatti quella che Silver individuava come un’ibridazione tra femminismo e sindacalismo.

Su tutt’altro versante un secondo (potente) supporto alle battaglie per la parità viene dalla straordinaria biografia di Ursula von der Leyen, neopresidente della Commissione europea e soprattutto madre di 7 figli. Anche in questo caso ci viene in aiuto la sociologia con il concetto di maternity penalty. Quella legge non scritta per cui anche a una giovane ingegnera al suo primo contratto di lavoro viene data una paga in media inferiore del 7% rispetto al suo collega maschio. È una penalizzazione perché le viene fatta pagare in anticipo l’eventualità che possa far figli e quindi interrompere un giorno la continuità del rapporto di lavoro che sta per legarla alla sua nuova azienda. Ma se von der Leyen è riuscita nonostante ben 7 gravidanze ad avere la continuità necessaria per scalare Bruxelles perché una giovane laureata in ingegneria non ha diritto alla stessa paga?


(Corriere della sera, 19 luglio 2019)

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