31 Gennaio 2013
combonifem.it

La presidente che dà un taglio


Da quando il Malawi ha una donna al potere molte cose stanno cambiando. I finanziamenti internazionali stanno tornando anche grazie alla fiducia data alla presidente Joyce Banda che ha messo all’asta jet e macchine di lusso mai utilizzate ed ereditate dall’amministrazione precedente.

Fare economia partendo non dai poveri ma dalla spesa pubblica, negli ultimi anni sempre più lontana dalle necessità vere del popolo con sfarzi spesso inutili. Joyce Banda, prima presidente donna del Malawi, sta mettendo in pratica ciò che aveva delineato nel suo programma lo scorso aprile, a pochi giorni dalla morte dell’ex presidente Bingu Wa Mutharika da cui ha ereditato, tra le altre cose, sprechi e uno stile di vita discutibile.
Il governo di Lilongwe ha messo all’asta il jet presidenziale, da quattordici posti, e il ricavo della vendita figurerà tra le entrate del bilancio. Cinque anni fa il suo acquisto, per oltre tredici milioni di dollari, costò un’ondata di critiche interne e internazionali, portando i donatori a tagliare quattro milioni di finanziamenti per i progetti di sviluppo nel Paese. Oltre al jet Dassault Falcon 900EX è prevista la vendita delle oltre sessanta limousine Mercedes che la presidente si è sempre rifiutata di utilizzare per i suoi spostamenti, ufficiali o meno. Oltre ai mezzi di trasporto sfarzosi, Bingu Wa Mutharika aveva acquistato un palazzo con 58 camere nella sua casa circondariale, oltre alla concessione di uno stipendio pubblico alla moglie.
In un’ottica di ripresa economica e di recupero di fiducia da parte dei finanziatori internazionali, in particolare la Gran Bretagna, le mosse fin qui prese da Joyce Banda le stanno dando ragione. Il cambio di metodo e la serietà stanno dando buoni frutti, soprattutto per l’opinione pubblica indignata da corruzione e sperpero perpetrati fino a pochi mesi fa, tanto che già in giugno il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha concesso a Lilongwe un prestito di durata triennale da 157 milioni di dollari in cambio di misure di austerità e manovre economiche concordate.

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