20 Aprile 2019
BBC

La prostituzione dovrebbe essere un normale lavoro?


Storia tratta da un episodio di Business Daily su BBC World Service. È stato presentato da Ed Butler e prodotto da Laurence Knight. Adattamento di Bryan Lufkin.


Il Quartiere a Luci Rosse di Amsterdam – con i suoi vicoli tortuosi pieni di finestre dalle luci cremisi dove le donne attirano i clienti che passano – è diventato non solo una destinazione turistica e un’icona culturale, ma anche un esempio di alto profilo di un luogo in cui il sesso legale e sicuro è stato praticato per decenni. Ma ciò potrebbe finire presto. Il parlamento olandese si sta preparando a un dibattito sulla legalità della prostituzione nei Paesi Bassi. Con l’opposizione sia della destra cristiana che della sinistra femminista, le lavoratrici del sesso nel Quartiere a Luci Rosse sono sotto pressione per proteggere il loro diritto al lavoro.

Questo dibattito potrebbe portare a grossi cambiamenti nell’ambito del sex work nel mondo? E come potrebbe influenzare i lavori e le vite delle persone che operano in questa industria?

Cambiamenti olandesi

“E se fosse tua sorella?”

Questo è uno dei motti che girano sui social media nella campagna giovanile che cerca di criminalizzare parti del sex work. Hanno raccolto oltre 46.000 firme in sette anni, arrivando finalmente al dibattito parlamentare, afferma Sara Lous. Lei lavora alla campagna “Ik ben onbetaalbaar” –  “Io non ho prezzo” in olandese, che mira a cambiare le leggi in vigore perché seguano il cosiddetto “modello nordico”, in cui i clienti maschi che vanno a prostitute potrebbero essere multati, con l’obiettivo di ridurre la violenza contro le donne che lavorano nel sesso. Al momento, il sesso a pagamento tra due adulti consenzienti nei Paesi Bassi è legale dal 1971.

Tuttavia Lous pensa che oggi, in epoca di #MeToo, ciò sia obsoleto, non importa quanto sia simbolo della libertà sessuale il Quartiere a Luci Rosse: “Ciò non fa più parte del nostro tempo”.

Ma cosa pensano le lavoratrici a Luci Rosse? Una, che viene dalla Romania e che si fa chiamare Cherry, dice che è solo un modo per pagare l’affitto e metter via soldi, finché può prendere un “lavoro normale” e arrivare a una “vita normale”. Lavora nel Quartiere a Luci Rosse da una decina d’anni. “Se la petizione andrà bene, allora sarà un buon passo per uscire da lì” ha detto alla BBC Anna Holligan. Ma un’altra donna, di nome Foxy, pensa che la petizione potrebbe essere contro le prostitute rendendo il lavoro un tabu, più opaco e quindi meno accettato o controllato: “Dovremmo[GLI1]  nasconderci, così non avremmo accesso alla Polizia o ai servizi sanitari così facilmente”. Continua: “Io lo faccio per scelta” e sostiene che problemi come il traffico di esseri umani sono presenti in molti settori, non solo nell’industria del sesso. Insomma, la prostituzione legale continuerà a dare alle donne la libertà di fare soldi come vogliono – o è effettivamente oppressiva?

Anche le leggi anti-prostituzione funzionano?Le leggi sulla prostituzione e il modo in cui proteggono le donne e danno loro accesso a benefici come l’assistenza sanitaria variano molto da paese a paese. Gli esperti dicono che nei paesi più poveri, le misure anti-prostituzione sono spesso usate come armi per punire le donne che lavorano nell’industria del sesso e per avere controllo sui loro corpi. Di più, queste leggi non sono sempre efficaci nel fermare il diffondersi di malattie, tratta o violenza contro le donne. “Le leggi contro il lavoro del sesso, diventano inevitabilmente contrarie ai diritti delle lavoratrici del sesso” dice Prabha Kotiswaran, una professoressa di legge e giustizia sociale al King’s College di Londra. Quello che alla fine succede è che le stesse sex workers devono pagare bustarelle alla polizia – siano tangenti in sesso o denaro – per sfuggire all’applicazione della legge. Ciò significa semplicemente che devono fare più sesso per tirar su i soldi che devono pagare allo Stato”.

Gli attivisti che si definiscono “abolizionisti” cercano di infliggere pene ai clienti – per lo più maschi, che pagano per il sesso. Ma altri pensano che il focus debba essere il potenziamento

delle donne coinvolte, che sono già parte di un settore vulnerabile della popolazione. Alcuni pensano che il modo migliore per farlo sia rendere la prostituzione completamente e al 100% legale.

Benefici della legalizzazione della prostituzione

“Va bene ed è dandy pagare per il sesso”, dice Christina Parreira. “E penso sia così sciocco che le femministe vogliano portare via uno dei pochi settori in cui le donne fanno più soldi degli uomini”. Perreira è una lavoratrice del sesso occasionale, originaria dello stato del Nevada, che ha un PhD e fa ricerca nell’ambito dell’industria del sesso. Si oppone a rendere illegale la prostituzione e dice di aver fatto una buona vita col lavoro del sesso: “Ho fatto abbastanza soldi, posso finire il mio PhD e lavorare a malapena. Che lusso, dico io. L’abolizionismo metterebbe fuori dal lavoro centinaia di persone”. Continua Parreira: “La cosa fantastica di un bordello è che sei protetta, dato che è legale”. Sta parlando del Nevada, dove la prostituzione è legale in alcuni posti. “Se un cliente dovesse sfuggire di mano, ci sono i pulsanti-panico”.
Ma Julie Bindel, giornalista e attivista contro la prostituzione, sostiene che nei paesi in cui è legale, un numero maggiore di  prostitute sono uccise da protettori o clienti. Dice che lei, lavorando nel giornalismo, non ha mai avuto bisogno di un “pulsante-panico”. Bindel è a favore del modello nordico di cui si parla nei dibattiti olandesi, un modello diffuso al di fuori della regione nordica, che mira a decriminalizzare il lavoro sessuale in sé, ma può criminalizzare i clienti. Bindel pensa che il lavoro del sesso non è ancora abbastanza sicuro per le donne, e quindi non può essere messo insieme a altre carriere regolate dal governo e non se ne può parlare nello stesso modo. Dice che il problema esisterà finché le lavoratrici del sesso saranno viste come beni di consumo, e fa riferimento come esempio ai “mega bordelli” tedeschi. “Ci sono pubblicità per gli uomini in pausa pranzo, suggeriscono la possibilità di avere quante donne vogliono, insieme all’hamburger e alla birra” dice Bindel. “È diventato parte della cultura consumistica. Le donne sono come la carne nell’hamburger”.

Bindel crede che la prostituzione sia radicata nella disuguaglianza di genere. Ecco perché preferisce un modello nel quale una prostituta può prendere il telefono e chiamare la polizia, anche se l’uomo non ha fatto niente di male o di violento – ma, sostiene, perché potrebbe avere in mente di farlo.

Ma Parreira dice che non ha mai sperimentato nulla del genere o il fatto che un uomo non segua le regole del bordello, rifiutandosi, per esempio, di mettere il preservativo. Inoltre indica i dati di Amnesty International e della rivista Lancet, che supportano entrambi la completa depenalizzazione. Per esempio, tra il 2003 e il 2008, dopo che il lavoro del sesso è stato legalizzato, nello stato del Rhode Island (USA) c’è stato un decremento del 30% delle violenze contro le prostitute. “Non c’è stato un incremento di prostitute. Il mito che più donne entreranno nel commercio – come fosse necessariamente una brutta cosa- non è vero”, dice Parreira. Sostiene che potrebbero anche negoziare pratiche sessuali più sicure e migliori condizioni dei bordelli. Le prostitute si sono potenziate; sono state messe in grado anche di citare in giudizio per violazioni dei loro diritti. Per ciò che riguarda il modello nordico? “Funziona sulla falsa premessa che le donne non possono acconsentire al sesso commerciale – che non ne possano mai godere. Che, fondamentalmente, gli uomini sono dei predatori – ma questa non è la realtà tra la maggior parte delle lavoratrici del sesso”. Dice che il modello nordico è “basato sulla falsa narrativa del femminismo radicale che stiamo affittando l’interno del nostro corpo – il modo in cui parlano le abolizioniste è più degradante e rende il sesso un feticcio, molto più di qualsiasi cliente abbia mai incontrato”. Le abolizioniste, invece, sostengono che criminalizzare alcuni aspetti del lavoro sessuale, mettendo l’onere sul cliente, rende più sicure le donne, dando loro più potere in questo particolare posto di lavoro.

È un dibattito che sembra solo crescere, visto che il parlamento olandese si prepara a deliberare. Parreira dice che le abolizioniste devono parlare con più sex worker, ma Bindel dice che l’esperienza di Parreira non è quella di tutte le lavoratrici del sesso.
La discussione richiede un esame accurato sull’argomento e suggerisce anche una riflessione sul perché definiamo la prostituzione la professione più antica del mondo.
“Finché ci saranno uomini, ci sarà bisogno di sesso”, dice Parriera. “E va bene per le donne adulte consenzienti che scelgono di farlo”.


(Business Daily su BBC World Service, 20 aprile 2019)

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