8 Maggio 2015

La prostituzione è proprio trasgressione?

 

Cara Pia Covre, cara Barbara Bonomi Romagnoli,

 

ho letto con attenzione l’intervista di Barbara a Pia il 28 aprile sul blog La bottega del Barbieri, che riprendiamo anche qui.

Citate anche le mie parole del 14 aprile 2015, «desidero un mondo in cui nessuna donna abbia un rapporto sessuale che non sia per il proprio piacere. Dunque un mondo senza prostituzione». Barbara dice che nego la possibilità di «far sesso a pagamento per il proprio piacere».

Pia commenta: «La prostituzione suscita fantasie di ogni genere. Per me il piacere è sempre stato quello di farmi pagare per una cosa che si suppone l’uomo pretenderebbe essere gratuita.»

 

Non so se per “piacere” intendiate quello strettamente sessuale, che è quello di cui parlavo io. Non nego la possibilità di altre forme di soddisfazione, magari di un sano gusto di rivalsa. Però apprezzo lo spirito della risposta, che è quello di non stare al gioco di chi vuole usarci e di svelare la miseria maschile.

Apprezzo lo spirito, ma non condivido il presupposto. Non credo che gli uomini si aspettino che il sesso sia gratuito: la prostituzione l’hanno inventata loro, secondo me pagano per cancellare la dimensione relazionale del sesso e trasformarlo in prestazione o in esercizio di potere economico. Quell’esercizio di potere Pia e altre vogliono ribaltarlo facendo del bisogno maschile di pagare la loro forza simbolica, la dimostrazione che “sono loro che hanno bisogno di noi”. Un’operazione che ammiro anche, ma la commercializzazione del sesso a beneficio degli uomini per le donne è sempre un’arma a doppio taglio.

Poco più avanti, Pia dice: «Si tranquillizzino quelle che vogliono un mondo senza prostituzione. La “normalizzazione” del lavoro sessuale a mio parere finirà col demolire il fascino del proibito, del peccato e della trasgressione. Quando diventerà un “asettico servizio del benessere” non ci sarà più gusto e chi vorrà trasgredire si inventerà altro per cercare emozioni».

Ecco, proprio perché fa parte dell’ordine sociale creato da loro, per gli uomini la prostituzione non è trasgressione, e io temo di non potermi affatto “tranquillizzare” sugli esiti della sua regolamentazione. In alcuni paesi “regolamentati”, come la Germania, si sono create vere e proprie grandi catene commerciali, complete di offerte sul modello degli sconti 3×2 o dell’all can you eat a prezzo fisso. Ben lungi dal perderci gusto, i clienti accorrono in massa con viaggi organizzati, e gli imprenditori del sesso fanno soldi a palate. Insomma, sono le prostitute che non devono temere di restare disoccupate. Semmai, e mi pare che su questo siamo d’accordo, rischiano di essere sfruttate come in catena di montaggio e schedate come criminali. E non so se qualcuna riuscirà a creare spazi di libertà anche in quel contesto. Ma so che gli uomini continueranno a esercitare la libera scelta di pagare.

 

Con stima,

Silvia Baratella

 

(libreriadelledonne.it 06/05/15)

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