5 Giugno 2015

Le donne si ammalano e la politica muore

Commento alle Regionali in Liguria

 

di Luisa Muraro

Principalmente per colpa dell’ex capo sindacale Cofferati, uomo avido di cariche pubbliche, il 31 maggio il centrosinistra si è presentato diviso alla gara elettorale e ha perso il governo della Liguria, che era una sua regione storica. Ne è andata di mezzo la candidata del PD. Il centrosinistra ha perso la Liguria, ma la candidata Raffaella Paita rischia di perdere la salute. Ne vale la pena? Per lei, sì. Per me, no

Non c’entra solo Cofferati ma tutto lo stile maschile delle gare elettorali. Correre coi lupi, s’intitola il numero 36 di Via Dogana.

 

Ascoltiamo il giornalista Marco Imarisio (Corriere della sera, 2.6.15, p. 109):

 

Genova. A vederla entrare al suo comitato elettorale, così esile, così segnata nel fisico, viene quasi voglia di abbracciarla. La scorsa notte Raffaella Paita ha pianto tutto quello che c’era da piangere. Ci vuole coraggio, a mostrarsi nella propria fragilità, con una camicia di tre taglie più larghe che nasconde una magrezza impressionante. “Mi prendo le mie responsabilità ma vorrei che lo facessero anche gli altri”.

Questa è la cronaca di un disastro quasi annunciato. (Segue un complicato racconto di beghe, rivalità, contrapposizioni e insipienza nel PD; noi lo saltiamo e riprendiamo con la candidata.)

In tutto questo Raffaella Paita è il bersaglio di voci e cattiverie che mai hanno avuto pietà. Il suo malessere è diventato sempre più evidente. La violenza di questa campagna elettorale l’ha prosciugata. Adesso in privato tutti si preoccupano della sua salute, di come reagirà, se avrà la forza di farlo. Ma in pubblico, in questi mesi, è stato ben diverso. Appoggiata a un muro accetta di parlarne. Con pudore, perché la politica per lei è vita, senza pronunciare mai il nome della cosa. “È evidente che ho un problema. Non è che posso fare finta di niente. Lo stress di questo anno orribile mi ha distrutto il fisico. Ma non è giusto addossare agli altri alcuna responsabilità”. Sorride e sembra una bambina. Forse la politica è vita, ma può essere anche una cosa brutta, cinica, cattiva.

 

Alla Libreria delle donne ci siamo chieste: che cosa c’entra l’amore con la politica?

Se non c’entra, facciamolo entrare, rispondo io, al seguito di Adriana Sbrogiò, Graziella Borsatti e tante altre. Altrimenti, le donne rischiano di ammalarsi ma la politica muore di sicuro. (L.M.)

 

(www.libreriadelledonne.it, 5 giugno 2015)

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