28 Aprile 2016

L’economia del dono e l’arte della Quarta Vetrina

di Luciana Tavernini

 

Provo un senso di benessere, che aumenta nel tempo, da quando è iniziato il Progetto della Quarta Vetrina al Circolo della rosa-Libreria delle donne, curato da Francesca Pasini. Ieri, mercoledì 27 aprile, alla presentazione e discussione a partire dall’opera di Margherita Morgantin ho capito il perché.

È circolata la parola “dono” che bene rappresenta il senso di quest’impresa femminile.

Il dono, come dice la linguista ed economista Geneviève Vaughan (Per-Donare, Meltemi 2005; Homo donans, VandA 2015) è qualcosa che risponde a un bisogno e che dà al contempo riconoscimento a chi lo riceve.

A quale bisogno rispondono le opere delle artiste create appositamente per questo luogo politico di relazioni?

Esse offrono la possibilità di una riflessione sull’oggi con la modalità dirompente e coinvolgente dell’arte: un balzo del “corpo pensante”, dell’“anima del corpo” che lavora e produce quella “RIVOLUZIONE LENTISSIMA” e inesorabile, se ci lasciamo toccare, di cui ci avverte Margherita Morgantin.

Francesca, dando continuità al progetto della Quarta Vetrina dedicata all’arte, ha curato in modo amorevole e con autorità riconosciuta la relazione con le artiste da lei scelte. Ha offerto loro l’opportunità di mostrare gratitudine per quanto negli anni le donne della Libreria hanno creato: una pratica e un’idea di libertà femminile che permette anche a loro di cercarla e esprimerla giorno dopo giorno. Non si tratta di restituire, come vorrebbe il mercato e come a volte noi stesse pensiamo, perché i doni sono incommensurabili, ma di aprire a un’abbondanza di senso che rende il mondo più vitale.

E qui sottolineo l’importanza del tempo lungo, rispetto a quello delle mostre, creato negli incontri di presentazione, in cui lasciamo che l’opera ci parli attraverso le voci non solo della critica e dell’artista ma anche di chi è presente e condivide le aperture che si creano in lei o lui. Insomma si crea una comunità che si dona il senso del lavoro artistico, quello di aprire a una diversa percezione del nostro stare nel mondo.

Dell’incontro di ieri a me è rimasta, oltre all’epifania del dono, la riflessione di Muraro sulla rivoluzione lentissima, quella dei corpi celesti che nel loro movimento tornano all’origine, origine che per me è la madre, colei che ha creato i doni necessari alla creatura inerme che siamo state e stati. E insieme, se non lo dimentichiamo, ci ha offerto la creatività del saper donare.

 

 

(www.libreriadelledonne.it, 28 aprile 2016)

 

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