13 Febbraio 2015

Maria Leporini – una donna vissuta nella fedeltà alla sua vocazione

di Luisa Muraro

Cominciamo dalla fine, che non è mai solo una fine, anzi a volte si scopre che è un inizio.

Il 31 gennaio 2015, nella parrocchia intitolata alla santa e dottora della chiesa Edith Stein, alla periferia di Roma, è stato celebrato il rito della parola per Maria Leporini, morta il giorno prima. Era nata il 3 maggio 1951.

Nella sua vita Maria è stata e ha fatto cose per le quali molte persone, donne e uomini la ricorderanno con gratitudine. Qui noi la ricordiamo principalmente perché ha ricostruito, con la tesi di laurea, la storia di un’altra donna, Anna Fiorelli Lapini: una popolana fiorentina che, rimasta vedova, si dedicò a istruire bambine povere e che poi, nel 1850, ha fondato una famiglia religiosa (le “stimmatine”) di donne disposte a vivere con l’umanità emarginata per amore di Gesù Cristo.

La tesi di laurea di Maria Leporini, discussa nel 1989 presso il pontificio ateneo Antonianum, primo relatore il francescano Umberto Maria Valtorta, fa luce su aspetti della vita di Anna Fiorelli che i profili ufficiali, gli stessi che trovate in Rete – dove sono presenti solo quelli messi in giro dall’autorità eccclesiastica – preferiscono ignorare. La tesi, “Anna Lapini: un carisma francescano radicato nella storia del Risorgimento italiano”, andrebbe perciò valorizzata da una storiografia non agiografica, rigorosa e più vicina alla storia delle donne.

Maria, anche lei di origine popolare, apparteneva proprio alla congregazione delle Stimmatine, e ha scelto di vivere nella periferia peggio messa di Roma, quella che i giornali chiamano degradata, per seguire l’esempio e l’insegnamento della sua madre fondatrice. Va detto che né la storia di quest’ultima, né la vicenda della nostra Maria, sono state una passeggiata. Entrambe hanno conosciuto la sofferenza fisica ed entrambe hanno lottato contro gli abusi di una malintesa autorità, che vedeva ribellione dove invece c’era fedeltà.

Vicina alla morte, Maria parla di sé con queste parole:

 

«Quando conobbi Anna Fiorelli, fondatrice delle Stigmatine, compresi la centralità dei poveri nella sua opera e la sua libertà che prendevano forma dal suo essere donna povera. Fu per me una scoperta straordinaria la sua ricchezza interiore e il suo ardire nel darsi agli ultimi, bambine e bambini, donne e uomini con dignità e determinazione. (…) Ho deciso di stare qui a Nuova Tor Bella Monaca e di intravedere la luce, anche quella ancora sovraccaricata di dolore e di oppressione, nei volti induriti di donne soprattutto, di bambini e ragazzi smarriti nel loro percorso di crescita e formazione, di uomini alla ricerca di una liberazione da modelli di prevaricazione e violenza. Il mio impegno è stato quello di aiutare ciascuna/o a dirsi a partire da sé e a narrare la propria esperienza di cambiamento di vita.»

 

Nel suo difficile percorso, per sua fortuna e scelta, non è mai stata sola. Insieme a Tilde Silvestri, con l’aiuto di Adriana Sbrogiò, ha pubblicato, nel 2014, due quaderni di notizie e riflessioni, intitolati rispettivamente Può accadere il meglio e Vocazione e coscienza, in vendita presso la Libreria delle donne di Milano.


(www.libreriadelledonne.it, 13/2/2015)

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