1 Aprile 2015
il manifesto

Muos, disposto il sequestro

di Giuliana Buzzone

Il Gip del Tri­bu­nale di Cal­ta­gi­rone Sal­va­tore Ettore Caval­laro ha accolto la richie­sta avan­zata dal pro­cu­ra­tore Giu­seppe Ver­zera e con­cesso il prov­ve­di­mento di seque­stro pre­ven­tivo del sistema di comu­ni­ca­zione satel­li­tare Muos, ad uso esclu­sivo Us Navy, costruito all’interno della base di Niscemi in pro­vin­cia di Caltanissetta.

La noti­zia divul­gata sui social net­work nelle prime bat­tute era stata accolta con emo­zione ma cau­ta­mente dagli atti­vi­sti temendo potesse trat­tarsi di un pesce d’aprile ma a con­fer­mare l’atto, facente seguito alla sen­tenza del 13 feb­braio scorso, sono arri­vate dopo poco le ras­si­cu­ra­zioni degli avvo­cati del Movi­mento No Muos a con­ferma del seque­stro che di lì a poco si sarebbe veri­fi­cato materialmente.

Il Tar sici­liano il venerdì 13, data tra­di­zio­nal­mente sca­ra­man­tica per gli sta­tu­ni­tensi, aveva rece­pito il ricorso pre­sen­tato da Legam­biente e dai legali del Coor­di­na­mento Regio­nale dei Comi­tati No Muos con­tro il prov­ve­di­mento del 24 luglio 2013 ema­nato dalla Regione Sici­lia, pas­sato alla cro­naca come «revoca della revoca», e sul rigetto dei ricorsi ela­bo­rati del mini­stero della Difesa con­tro i prov­ve­di­menti di “revoca” sem­pre della Regione risa­lenti al marzo del 2013. Il Tri­bu­nale ammi­ni­stra­tivo si espri­meva così sulla prima revoca affer­mando dovesse essere intesa come un annul­la­mento, i cui effetti si pro­du­cono ex tunc, vale a dire all’origine, dando quindi ragione ai legali No Muos. Annul­la­mento e non già revoca occorso per rile­vati vizi delle auto­riz­za­zioni datate 1 e 11 giu­gno 2011, carenti circa la valu­ta­zione dei rischi per la popo­la­zione e l’ambiente e insuf­fi­cienti sui dati rela­tivi al traf­fico aereo.

Nono­stante il dispo­si­tivo, con­si­de­rato da atti­vi­sti e legali come il migliore pos­si­bile, le para­bole dopo pochi giorni dall’emissione della sen­tenza risul­ta­vano, da alcune docu­men­ta­zioni foto­gra­fi­che e video regi­strate dagli atti­vi­sti, con spie lam­peg­gianti accese e dire­zio­nate in maniera dif­fe­rente rispetto al 13 feb­braio, e gli stessi atti­vi­sti, le mamme No Muos in prima fila, così comin­cia­vano l’attività di bloc­chi per impe­dire l’accesso degli ope­rai all’interno della base. In più occa­sioni i con­vo­gli di mili­tari Us navy e ope­rai veni­vano scor­tati dalle forze dell’ordine cosic­ché gli avvo­cati invia­vano il 27 feb­braio un “atto moni­to­rio” alle auto­rità com­pe­tenti. Il 23 feb­braio poi l’avvocato Gof­fredo D’Antona per conto dell’Associazione Anti­ma­fie “Rita Atria” depo­si­tava in pro­cura a Cal­ta­gi­rone una inte­gra­zione alle denunce fatte a par­tire dal luglio del 2013 circa la costru­zione del Muos di Niscemi. Il pro­cu­ra­tore Giu­seppe Ver­zera preso atto della situa­zione, con­si­de­rati gli umori dei cit­ta­dini in gene­rale e degli atti­vi­sti dei comi­tati locali No Muos sugli ultimi avve­ni­menti e alla luce del mate­riale in suo pos­sesso, ha valu­tato l’opportunità di pro­ce­dere alla richie­sta di seque­stro su input cer­ta­mente anche delle recenti azioni legali degli avvo­cati e degli stru­menti for­niti, utili ad una valu­ta­zione ogget­tiva dei fatti.

Va dato merito dun­que alla pro­cura di una ini­zia­tiva dai più attesa che avviene pochi giorni prima che si esprima la camera di con­si­glio al Cga, il 15 aprile, sulla richie­sta di sospen­siva della sen­tenza inol­trata dal mini­stero della Difesa, richie­sta che anche se accolta non influirà sulla deci­sione di seque­stro penale, poi­ché trat­tasi di pro­ce­di­menti asso­lu­ta­mente distinti e autonomi.

In attesa del Cga che si terrà tra due set­ti­mane, dopo aver incas­sato una prima vit­to­ria il 13 feb­braio ed una seconda il primo di aprile, il Movi­mento No Muos si pre­para alla mani­fe­sta­zione nazio­nale orga­niz­zata per sabato 4 aprile, la cui matrice è la riven­di­ca­zione non solo del diritto alla salute e tutela dell’ambiente, l’attuazione del prin­ci­pio di pre­cau­zione ma anche il rispetto della sovra­nità e del potere giu­ri­sdi­zio­nale da parte negli Stati Uniti e degli stessi organi Isti­tu­zio­nali ita­liani oltre che la riven­di­ca­zione all’autodeterminazione e la richie­sta di ascolto di quelli che non accet­tano di essere tac­ciati come «inu­tili comi­ta­tini» piut­to­sto «utili» al rispetto di una plu­ra­lità di diritti e doveri in que­sta fac­cenda lar­ga­mente scavalcati.


(Il manifesto,

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