30 Ottobre 2015
aspirinalarivista.it

Pensieri di una misantropa – Una molesta proposta

di Margherita Giacobino

In tempi di riciclo intelligente ed ecologico, l’Italia può dare il suo contributo alla questione che assilla l’Europa in questo momento storico e posizionarsi in testa alla gara di solidarietà umana che imperversa attorno a noi, riciclando l’Expo come campo profughi. La location dispone già di adeguate recinzioni e barriere, nonché postazioni per i controlli di sicurezza. I profughi da parte loro sono già abituati a fare le code per i servizi essenziali (cibo, coca cola, toilette). Si tratta di un caso evidente in cui domanda e offerta si incontrano perfettamente.

I profughi potranno occupare i padiglioni dei paesi prescelti, in base al principio del primo arrivato, e stabilirsi (chi corre più in fretta) in Svezia, Norvegia, Stati Uniti, Germania ecc… Gli ultimi arrivati dovranno accontentarsi dei padiglioni dei paesi di provenienza, nei quali peraltro si ambienteranno più facilmente, e si presume che avranno maggior successo nella produzione di piatti tipici. Il campo potrà infatti autofinanziarsi (e pagare affitto, bollette, IMU, IRPEF, CIMP, addizionale regionale e altri tributi) con bar, ristoranti e musica folkloristica, offrendo così ai visitatori lo spettacolo live di un mondo multietnico efficiente.

La grande popolarità raggiunta dal refugee-watching fa prevedere un pubblico numeroso. Sarà possibile anche, dietro pagamento di modico sovrapprezzo, scattare foto e selfie e girare video. Tariffe speciali e prenotazione obbligatoria invece per chi desidera cimentarsi nell’esclusivo sport del refugee-kicking (niente paura: il profugo sarà preso a calci in sicurezza, in presenza di personale sanitario).


(www.aspirinalarivista.it, ottobre 2015)

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