31 Ottobre 2014

Politicamente belle come le spose

di Sara Gandini
Una marea di bellissime spose, sorridenti, eleganti, dai più diversi paesi, catalizzava l’attenzione di una parte di Piazza Duomo. L’altra parte della piazza di Milano era invasa da tifosi ubriachi e violenti, petardi e scontri con una schiera di poliziotti in tenuta antisommossa. Facevano paura ma noi eravamo allegre e belle, e nessuno poteva fermarci.
Il flashmob è stato organizzato da Sumaya Abdel Qader che, con alcune amiche all’uscita dal docu-film Io sto con la sposa, ha deciso che bisognava mostrare che la Milano accogliente del film è vera ed è grande. E attenzione, perché fiumi di spose invaderanno presto diverse città!
Il film nasce da un’idea: «Quale poliziotto di frontiera chiederebbe mai i documenti a una sposa?» e racconta della sofferenza di chi, in fuga dalla guerra in Siria o dalla Palestina, ogni giorno arriva a Milano, sfidando le contraddizioni spietate dell’Europa. Ma racconta anche di un mondo che si vuole far carico di questa sofferenza e mostrare che c’è altro, che si può far accadere altro, «Per il semplice fatto che quando trovi un complice ai tuoi sogni, non puoi più tirarti indietro». Un sogno contagioso, che ha permesso l’uscita del film nelle sale grazie al finanziamento da crowfunding – “dal basso” – e da cui è nata la festa delle spose, una festa di canti e sorrisi, e di bellezza femminile esibita.
La parola kosméo, da cui viene cosmetica – così amata dalla donne, come ci ricorda Milagros Rivera su Via Dogana 72 – nell’articolo Bellissime – «significa “mettere ordine, adornare”: da lì il fatto che kósmos significhi “mondo” nel senso de “l’adornato”, in opposizione al caos». Così mi sono detta: se il mondo ha qualche possibilità di dare un argine alla violenza maschile è soprattutto grazie alla bellezza femminile.

(www.libreriadelledonne.it, 31/10/2014)

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