13 Maggio 2016

Risposta a Papa Bergoglio. L’Europa come una nonna, fosse vero!

di Paola Mammani

 

Ho avuto un moto di incredulità di fronte al recente discorso di Papa Bergoglio che ha utilizzato l’immagine della gioventù e della madre, di una giovane madre, per evocare accoglienza, rispetto per la vita e speranza, il sogno di un Europa che non c’è. E che ha definito nonna l’Europa che c’è, stanca e invecchiata. E fin qui possiamo concederglielo, può anche darsi che una nonna sia stanca ed invecchiata, ma che il Papa continui delineando un’Europa “non fertile e vitale”, i cui ideali “hanno perso forza attrattiva”, pare un grave sbaglio, quasi un’offesa, per le nonne, s’intende. Utilizzare le età della vita delle donne come metafora di un qualunque altro accadimento umano, mi pare uno dei tanti giochi linguistici possibili, ma utilizzare il declino della fertilità biologica femminile per alludere a una situazione di degrado della politica, mi sembra un errore grossolano da parte di un uomo che fino ad ora ha stupito per la fresca potenza del suo linguaggio semplice e benevolente. Gli sarebbe mai venuto in mente di evocare la sterilità o l’impotenza di un nonno affetto dai classici problemi di invecchiamento maschile, per denunciare la sterilità e l’impotenza dell’attuale classe politica che determina le sorti dell’Europa? Eppure sarebbe stato altrettanto sgradevole, ma certamente più appropriato, se non altro per il sesso prevalente di tali governanti.

Un vero peccato che di fronte all’indomita vitalità di donne che in età avanzata ancora provvedono ad accudire giovani e anziani, che spesso danno un contributo economico a figli e nipoti e in mille altri modi mostrano una “fertilità” e una “forza attrattiva” di non poco conto, vi sia stato un tale sciagurato utilizzo del nome. Nella semplice, dolce familiarità del nome “nonna” è compresa niente di meno che la madre di mia madre. Si tratta di genealogia femminile, di una potente forza materiale e spirituale assieme. Averla usata come metafora di declino e decadenza non fa onore a Bergoglio. Quel che ha detto con l’aria pacata e inoffensiva del nonno, è la solita solfa – la donna vale solo in quanto madre – con una nuova ed inusitata aggravante: occorre che possa continuare ad essere madre, per avere valore, perché se anche è stata madre, come è ovvio sia accaduto a una nonna, il fatto che sia invecchiata e non possa più avere figli, gli consente di associarla disinvoltamente a “un’Europa decaduta che sembra abbia perso la sua capacità generatrice e creatrice”. Un vero obbrobrio. Chi lo farà notare a Papa Bergoglio? A partire da queste poche righe, qualcuna più grande di me, più vicina di me al mondo di questo Papa, farà un passo ulteriore per fargli arrivare notizia di tanto sconcerto? Per fargli intendere che quel che ha detto è stato un vero peccato?

 

(www.libreriadelledonne.it, 13 maggio 2016)

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