15 Maggio 2015

Scambio tra Muraro, Bascetta e Mezzadra sulla manifestazione milanese del 1°maggio

Cara Luisa Muraro,

l’articolo a cui fai riferimento è stato scritto da due persone, Sandro Mezzadra ed io che, avendo vissuto insieme il corteo di Milano, cogliendo immagini, sensazioni, stati d’animo, entusiasmi e delusioni, parlando e parlandone, hanno cercato di riflettere su ciò che mancava, e di capire da quali vuoti scaturisse un diffuso e percepibile senso di disorientamento. Di ‘quello che c’è’ in altre occasioni abbiamo scritto e detto, ma il primo maggio ci è sembrato che il limite e l’impasse del discorso e delle pratiche di movimento fossero il primo problema da affrontare. Non il solo, certo.

Non è qui il caso di avventurarsi in una discussione generale sul simbolico. Basterà dire che simboli e linguaggi a volte aprono e a volte chiudono prospettive e percorsi. A volte sono moltiplicatori di senso, altre volte inibitori. Gli eventi milanesi sono anche una occasione per ragionare su questo. L’esempio della potenza pervasiva del denaro (che in verità non acquista desideri e immagini, ma li incarna) è pertinente. Questo potere materiale di un simbolo che incide sulla vita di tutti Marx lo ha chiamato astrazione reale. Può darsi qualcosa di pari efficacia, ma di segno contrario, dalla parte dei movimenti anticapitalisti? L’asimmetria è evidente, ed è lecito dubitarne.

Certo, non abbiamo una “rappresentazione” da offrire alternativa a quella degli incappucciati. Né la vorremmo avere. Caso mai strumenti ed esperienze da condividere o da ricevere, non per ostacolare una realtà che vuole trasformarsi in meglio, ma per mettere a fuoco i passaggi che a questa possano condurre e i molti limiti che vi si frappongono.

Marco Bascetta e Sandro Mezzadra

Risposta di Luisa Muraro

caro Marco,

grazie dell’attenzione e delle spiegazioni. Se non è il caso di avventurarsi, non avventuriamoci nella politica del simbolico, ma non si tratta di alternativa ai nerovestiti, si tratta di alternativa al linguaggio del denaro. E a proposito di rappresentazione, guarda che la storia delle donne ha qualcosa da insegnare, secondo me.

Buon lavoro, con simpatia, Luisa Muraro

(www.libreriadelledonne.it 15/05/2015)

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